Uno degli approcci seguiti da
Warren Buffett nei suoi investimenti azionari è quello di
acquistare titoli da detenere per un periodo di tempo molto lungo. Ciò è successo per azioni di società come Apple, Coca-Cola, Bank of America e American Express.
Tale metodo riflette la filosofia d'investimento che alcune aziende hanno potenzialità di crescita molto ampie, ma che si determinano in un orizzonte temporale che non può essere di breve durata. Questo però ha un altro effetto dal punto di vista fiscale, ossia che le plusvalenze conseguite, ma non realizzate in quanto le azioni non sono vendute, non vengano assoggettate a tassazione.
In altri termini si procrastina nel tempo il pagamento delle imposte, impreziosendo in questo modo il bilancio dell'azienda d'investimento. La Berkshire Hathaway alla fine dello scorso anno aveva 245 miliardi di dollari di profitti non realizzati nel suo portafoglio azionario e una passività fiscale differita che, secondo le regole contabili, potrebbe anche non concretizzarsi mai se non si realizzasse la vendita delle azioni.
Berkshire Hathaway: dal 2023 finirà il privilegio fiscale?
A partire dal 2023 però le cose potrebbero cambiare. L'Inflation Reduction Act partorito dal Congresso USA e firmato recentemente dal Presidente alla Casa Bianca,
Joe Biden, ha stabilito una nuova
tassa minima del 15% che si applica alle società che producono utili annuali per oltre 1 miliardo di dollari.
Solo nel 2021 Berkshire ha conseguito 58,6 miliardi di dollari di profitti non realizzati sugli investimenti azionari senza pagare alcuna tassa. Quando entrerà in vigore l'imposta minima, probabilmente su una cifra del genere dovranno essere pagati circa 8 miliardi di dollari.
Secondo gli esperti fiscali, allorché una società registra un guadagno ai fini contabili ma non ai fini fiscali, si determina una passività fiscale differita. Con l'imposta minima, tale passività diventerà effettiva. In base alle stime fatte nel novembre 2021 da Martin Sullivan, esperto fiscale e capo economista di Tax Notes, la società guidata da Warren Buffett avrebbe dovuto versare una delle maggiori quantità di imposte tra le società a grandi capitalizzazioni, se si fosse applicata un'imposta minima del 15% nel triennio 2018-2020.
Le nuove regole però sono parecchio complesse e quindi si prestano ad alcune interpretazioni, perché considerano la "normale fattura fiscale". L'unica cosa certa è che la bambagia tributaria di Berkshire dal prossimo anno potrebbe terminare e questo inficerebbe non poco i risultati aziendali e forse anche le quotazioni del titolo in Borsa.