La Banca Centrale Europea ha dato il via libera all'aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro da parte di
MPS, che sarà sottoposto all'approvazione dell'assemblea straordinaria il 15 settembre. Le azioni in Borsa però stanno perdendo circa il 5%, in scia al sell-off nel listino milanese determinato dalla crisi energetica in Europa.
Il disco verde dell'Eurotower è arrivato dopo aver esaminato il
piano industriale presentato a giugno dall'Amministratore Delegato Luigi Lovaglio e le soluzioni che l'istituto finanziario ha proposto per rafforzare il patrimonio. All'inizio del mese scorso si era pronunciata la Direzione Generale della Concorrenza di Bruxelles, avallando il piano dell'azienda. La disamina tuttavia in quel caso si è concentrata sulle questioni relative alla
concorrenza e agli aiuti di Stato.
Le prossime tappe però potrebbero essere le più difficili. Il consorzio di garanzia è stato allargato alcune settimane fa, con l'ingresso di Santander, Barclays, Société Générale e Stifel, che si sono uniti a Mediobanca, Bank of America, Crediti Suisse e Citi. Le banche citate si sono impegnate fino a un massimo di 900 milioni di euro, mentre il Tesoro, azionista di maggioranza con il 64% delle quote, dovrebbe sottoscrivere 1,6 milioni di euro di azioni. Insieme valuteranno se vi sarà l'effettiva possibilità dell'aumento di capitale, osservando il quadro macroeconomico generale.
Il contesto non è molto confortante e saranno probabilmente le elezioni del 25 settembre a esprimere la sentenza definitiva. L'Amministratore Delegato Luigi Lovaglio ha rassicurato gli analisti, in occasione del commento ai risultati del primo semestre, affermando che la banca avrebbe proceduto all'aumento di capitale nonostante le condizioni di mercato. Il CEO ha sottolineato come la situazione finanziaria dell'istituto di credito sia migliorata nell'ultima semestrale e le prospettive siano incoraggianti, pertanto non si dovrebbero vedere i motivi per ridurre o ripartire l'operazione. Allo stesso tempo, Lovaglio ha escluso che la quota del MEF possa aumentare.
MPS: ecco quando avverrà l'aumento di capitale
Secondo i documenti di MPS, l'aumento di capitale potrebbe completarsi tra ottobre e novembre ma, secondo voci circolate presso gli ambienti di alcune banche d'affari coinvolte nell'operazione, la cosa si potrebbe concretizzare in due soluzioni. La prima tranche avverrebbe a ottobre per una cifra che oscilla da 1 a 1,5 miliardi di euro. La seconda tra dicembre 2022 e marzo 2023 per l'importo rimanente.
All'interno di MPS si sta ragionando ovviamente sugli investitori che sarebbero in lizza per entrare nel capitale della banca, rilevando la quota del Tesoro. Gli ultimi giorni di legislatura del Governo potrebbero essere sfruttati per fare delle proposte, prima che con l'insediamento di un nuovo Esecutivo si ridefiniscano alcuni parametri. Tuttavia, qualsiasi istituto che si fa avanti dovrà fare i conti con il Governo entrante, che potrebbe anche opporsi al tentativo di impadronirsi dell'istituto di Rocca Salimbeni.
MPS: i piccoli azionisti voteranno contro l'aumento di capitale
I proxy advisor Glass Lewis e Iss hanno sollecitato gli azionisti a votare a favore dell'aumento di capitale il 15 settembre, reputando l'operazione fondamentale per la redditività della banca nel lungo periodo. Quindi, questa sarebbe "la migliore soluzione nell'interesse proprio degli azionisti", hanno sottolineato i due istituti. Iss inoltre precisa che il prezzo sarà determinato dal Consiglio di Amministrazione di MPS al momento dell'emissione, che corrisponde a oltre sette volte la capitalizzazione della banca.
I piccoli azionisti però hanno già deciso di opporsi votando contro l'aumento di capitale. La motivazione è espressa dall'associazione che li rappresenta, dove viene ritenuta l'operazione "snaturata e trasformata da inscindibile a scindibile". Questo aspetto, che Lovaglio definisce puramente tecnico, è emerso durante la semestrale e nei documenti per l'assemblea. Quando un aumento è inscindibile, significa che per essere valido deve essere sottoscritto per l'intero ammontare previsto. Nel caso sia scindibile, esso rimane valido anche se non sottoscritto integralmente.