La debolezza di Wall Street nell'ultima parte della seduta di venerdì scorso, impatta sui futures del Vecchio Continente che, impostati in terreno negativo, anticipano un inizio di giornata all'insegna delle vendite sui principali mercati azionari europei, il cui focus rimane sempre rivolto alle prossime mosse delle banche centrali in tema di tassi di interesse.
In questo contesto il FTSE Mib dovrebbe aprire le contrattazioni nei pressi dei 33.300 punti, confermando sempre il suo trend rialzista che potrebbe spingersi nelle prossime sedute in direzione dei 33.500-33.600 punti e a seguire i 33.800 punti. Al contrario sarà solo con una discesa dei corsi sotto i 32.000 punti che si avrebbe un primo segnale di debolezza, con un primo obiettivo a 31.750-31.650 punti e successivamente i 31.500 punti.
Tra le storie da seguire a Piazza Affari troviamo TIM che, dopo il sell-off della passata settimana, ha fornito alcune integrazioni al Piano industriale. Andiamo a vedere le novità in merito.
TIM: nuove integrazioni al Piano industriale 2024-2026
Dopo le forti vendite che hanno contrassegnato nella giornata di giovedì scorso il titolo TIM, in scia alla presentazione del Piano industriale 2024-2026, il Gruppo telefonico italiano ha convocato nella giornata di ieri un Cda straordinario in cui sono state fornite alcune integrazioni a quanto comunicato in precedenza. Nello specifico Il debito netto pro-forma, al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, è atteso alla fine dell'anno in corso a quasi 7,5 miliardi di euro rispetto ai 6,1 miliardi che si erano registrati alla fine dello scorso anno.
Questa variazione è riconducibile sia alla gestione ordinaria, ovvero l’Ebtida al netto degli investimenti, gli oneri finanziari, l’andamento del Net Working Capital, le minorities di TIM Brasil e la componente tasse e altri oneri, sia alla gestione straordinaria in seguito agli impatti connessi all’operazione Netco quali i costi da separazione, gli eventuali impatti da price adjustment e ulteriori partite relative al Net working Capital.
Per quanto riguarda invece i flussi di cassa il Gruppo guidato da Pietro Labriola comunicato che il Net cash flow è atteso intorno allo zero alla fine del prossimo anno e vicino ai 500 milioni di euro nel 2026. Inoltre i fattori di normalizzazione di questi sono connessi a uscite di cassa straordinarie a livello di working capital, principalmente correlate all’effettiva liquidazione del personale oggetto di iniziative di incentivo all’esodo già attivate, e alla normalizzazione dei costi del debito dovuta all’impatto del miglioramento atteso del merito di credito. Infine la società ha precisato che eventuali upside alla guidance potrebbero derivare dagli earn-out connessi all’operazione Netco e dalla possibile cessione di Sparkle.
Azioni TIM: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere cosa suggerisce l'analisi tecnica nel breve e medio termine. E' stata una settimana difficile quella passata per il titolo TIM che con una crollo di quasi il 22% ha visto le quotazioni chiudere le contrattazioni in area 0,222 euro. Nel breve le attese sono per un rimbalzo delle quotazioni prima verso gli 0,234 euro ed in seguito in direzione degli ex supporti dello scorso mese di ottobre situati nei pressi deggli 0,2375-0,238 euro.
Nel caso in cui queste aree resistenziali dovessero essere messe alle spalle si avrebbe una prosecuzione di questo movimento che potrebbe spingersi fin verso gli 0,25 euro e successivamente gli 0,265 euro. Sarà solo con il superamento di ques'ultimi livelli, dobe peraltro troviamo l'indicatore daily del Supertrend, che si avrebbe un netto miglioramento del quadro grafico, con possibili ulteriori apprezzamenti dell'azione fin verso gli 0,27-0,275 euro.
Al contrario il mancato superamento degli 0,2375 euro potrebbe aprire la strada a nuove vendite con primi obiettivi gli 0,22 euro e a seguire i minimi della scorsa settimana in area 0,2125 euro. Nel caso in cui tali sostegni dovessero essere violati si avrebbe una ripresa del trend ascendente il cui prossimi obiettivo è situato sulla soglia degli 0,20 euro. Fondamenale diventerà non perdere quest'ultimi supporti per evitare un test sui minimi del 2022 situati nei pressi degli 0,16 euro, con target intermedi posti in area 0,18-0,175 euro
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