Da quando Elon Musk ha ufficialmente messo piede in politica, le azioni Tesla hanno iniziato a vivere un periodo di turbolenza come raramente si era visto in passato. Le recenti dichiarazioni del fondatore, secondo cui sarebbe pronto a lanciare un proprio partito politico in vista delle elezioni midterm del 2026 (Musk fonda un (nuovo) partito: successo o flop epocale?), hanno alimentato un clima di forte incertezza che si è immediatamente riflesso sul titolo in Borsa.
Come sempre, ogni mia analisi si basa su dati concreti elaborati attraverso la piattaforma Forecaster. Ma i numeri, da soli, non bastano. Vediamo quindi cosa sta accadendo realmente in casa Tesla e se, in questo momento, investire rappresenti un'opportunità o un rischio eccessivo.
Tesla: il flop dei robotaxi e le promesse non mantenute
Il tanto atteso lancio dei robotaxi Tesla nella città di Austin, Texas, si è rivelato un clamoroso passo falso. Nonostante gli entusiasmi di alcuni influencer e content creator invitati a provare il servizio, il quadro generale è deludente. Innanzitutto, ogni veicolo è ancora affiancato da un operatore umano di sicurezza, smentendo così l’idea stessa di "guida completamente autonoma". Inoltre, i robotaxi non sono i futuristici Cyber Cab promessi da Musk, ma semplici Tesla Model 3 o Model Y con software aggiornato.
Numerosi episodi hanno alimentato il malcontento: errori di guida, brusche frenate, comportamenti erratici, addirittura interventi delle forze dell’ordine a seguito di chiamate da cittadini spaventati dal comportamento dei veicoli. Tali eventi hanno portato l’agenzia federale NHTSA ad avviare un'indagine ufficiale.
Nel frattempo, concorrenti come Waymo (di Alphabet/Google) operano già in diverse città americane con veicoli davvero privi di conducenti a bordo. Tesla, rispetto a loro, è in palese ritardo.
Politica, geopolitica e rischi regolamentari
Ma la questione non si ferma ai robotaxi. La svolta politica di Elon Musk potrebbe rappresentare un ostacolo ancora più serio per l’espansione del business Tesla. A differenza del passato, in cui Musk finanziava campagne elettorali restando "ai margini" della politica, oggi si propone come diretto protagonista del cambiamento politico americano. Questo lo rende sgradito a molti amministratori locali, i quali hanno un ruolo chiave nell’approvazione dei progetti di mobilità autonoma.
Inoltre, le ripercussioni internazionali potrebbero essere pesanti, in particolare nei confronti della Cina, da sempre fondamentale per Tesla. Circa il 20–25% delle vendite globali del marchio proviene proprio dal mercato cinese. Tuttavia, se Musk dovesse diventare un politico di spicco statunitense, con una visione fortemente identitaria e potenzialmente anti-Cina, Pechino potrebbe decidere di limitare, o addirittura bloccare, l’accesso a Tesla, a favore dei marchi locali.
Un rischio concreto, che non va sottovalutato.
Il rischio legale: Musk può davvero restare CEO?
L’altra mina vagante è di natura legale. Secondo le leggi societarie vigenti in Delaware, gli azionisti possono intentare una class action nel caso in cui ritengano che l’Amministratore delegato non stia adempiendo ai suoi doveri. Questo principio è noto come violazione del dovere fiduciario, e non è una novità per Musk: nel 2022, un’azione simile fu avviata quando acquistò Twitter, ma si concluse con un nulla di fatto.
Oggi, però, il contesto è cambiato. La frattura tra Musk e parte del mondo politico e finanziario è molto più profonda. Se gli investitori riterranno che la sua attività politica interferisce col ruolo di CEO, potrebbero chiedere formalmente la sua rimozione. Un eventuale esito positivo della causa sarebbe uno scossone epocale per Tesla.
Le prospettive a breve: meglio stare alla larga?
Alla luce di quanto sopra, la mia opinione, frutto anche dell’analisi fatta con il Forecaster, è netta: nel breve termine (1-3 anni), Tesla è un titolo da evitare. Le troppe incognite politiche, legali, commerciali e regolamentari pongono un livello di rischio troppo elevato. Non si tratta di semplice volatilità, ma di fattori strutturali che potrebbero compromettere le performance del titolo per mesi, se non anni.
In questo momento, scommettere su Tesla è più simile a un atto di fede che a un investimento ragionato. Anche se il Forecaster matematicamente indica che il prezzo attuale è inferiore al fair value, è bene ricordare che il software si basa su dati di bilancio e non può anticipare eventi politici, crolli reputazionali o cause legali imminenti. Anche se per questo in effetti c'è la pagina sulle news, presente per ogni azione e da controllare sempre per avere un quadro completo di cosa sta succedendo.
Fonte: Forecaster.biz
Il lungo termine: un potenziale ancora enorme
Tuttavia, Tesla non è un’azienda finita, anzi. Guardando a un orizzonte temporale di 5-10 anni, restano evidenti alcune potenzialità enormi, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.
Tesla è una delle pochissime aziende automobilistiche che sta sviluppando internamente il proprio sistema di guida autonoma, basato sul cosiddetto approccio “Vision only”. A differenza di Waymo, che usa costosi e delicati lidar abbinati a mappe HD, Tesla si affida a videocamere e reti neurali, il che rende il sistema più economico, scalabile e aggiornabile.
In più, grazie ai dati raccolti su miliardi di chilometri percorsi, Tesla può contare su un dataset unico al mondo per addestrare i propri modelli. A ciò si aggiunge la nuova società xAI, con il suo modello linguistico Grok, e la continua evoluzione del robot umanoide Optimus, che negli ultimi prototipi è già in grado di muoversi in autonomia e piegare vestiti.
Se il progetto Full Self Driving dovesse davvero ottenere le approvazioni normative necessarie, Tesla potrebbe generare decine di miliardi di dollari di entrate ricorrenti all’anno da questo servizio.
Quando tornerà interessante?
Il punto, quindi, è il prezzo. A quale livello Tesla tornerà a essere un acquisto interessante? Secondo le valutazioni fatte con il Forecaster, e il mio parere personale, una fascia attorno ai 150 dollari per azione, ossia i minimi toccati nel 2023-2024, potrebbe rappresentare un buon punto di ingresso.
A quel livello, si potrebbe tornare a valutare un investimento di lungo periodo, accettando però la volatilità e i rischi legati al personaggio Musk.
In conclusione, Tesla oggi non è un titolo da comprare, ma nemmeno da abbandonare del tutto. Le prospettive di lungo periodo rimangono solide grazie al vantaggio competitivo nell’AI, nei dati, nella robotica e nel software. Ma nel breve, l'azienda è stretta in una morsa di instabilità, aggravata dalla sovraesposizione del suo fondatore a dinamiche politiche e personali sempre più divisive.
Come sempre, la scelta spetta all’investitore. Ma se l'obiettivo è proteggere il capitale e investire con razionalità, oggi ci sono aziende più solide e focalizzate su risultati concreti. Tesla, in questa fase, è una scommessa. E scommettere non è investire.
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