In un contesto di mercato in continua evoluzione, dove i giganti del settore tecnologico competono per conquistare leadership e capitali, due protagonisti spiccano per ragioni differenti ma ugualmente significative: Netflix e Amazon.
Il primo sorprende gli analisti con un’efficienza operativa senza precedenti, guidata da una produttività per dipendente che supera persino colossi come Apple e Alphabet. Il secondo beneficia di un clima geopolitico più favorevole, con la riduzione dei dazi sulle importazioni cinesi che apre nuove prospettive di crescita, soprattutto per la sua divisione cloud AWS.
Netflix: per Needham potrebbe guadagnare il 20%
Netflix non è soltanto una delle piattaforme di streaming più popolari al mondo. È, oggi, anche tra le aziende più efficienti nel trasformare ogni singolo dipendente in valore finanziario tangibile. A dirlo è Needham, che ha recentemente alzato il target price del titolo da 1.126 a 1.500 dollari, prevedendo un potenziale di rialzo di circa il 20% rispetto ai prezzi correnti.
Secondo l’analista Laura Martin, i risultati eccezionali di Netflix in termini di produttività per dipendente sono un indicatore cruciale della qualità del capitale umano e della cultura aziendale. “Riteniamo che i ritorni assoluti, i trend di crescita e i risultati relativi per dipendente siano metriche chiave per valutare la qualità dei dipendenti di un’azienda”, ha scritto Martin in una nota diffusa venerdì.
Nel 2024, Netflix ha raggiunto un fatturato per dipendente full-time pari a 2,78 milioni di dollari, più del doppio rispetto alla media dei nove principali titoli large cap monitorati da Needham. Rispetto a colossi come Apple, Alphabet e Meta, Netflix si è dimostrata “materialmente più produttiva”, sottolinea l’analista.
Ancora più indicativo il dato sul free cash flow per dipendente, passato da negativo nel 2021 a positivo nel 2024, con un incremento medio di oltre 500.000 dollari per ogni unità lavorativa.
“Prevediamo che questo trend continuerà – afferma Martin – grazie alla crescita dei ricavi più rapida rispetto a quella della forza lavoro, spinta da aumenti di prezzo e da maggiori entrate pubblicitarie nella fascia supportata da ads”.
Non sorprende quindi che il titolo Netflix abbia registrato una performance brillante, con un +49% negli ultimi sei mesi e oltre +40% da inizio anno, ben al di sopra dell’S&P 500, che nello stesso periodo è cresciuto di circa il 6%.
Su 49 analisti monitorati da LSEG, 34 consigliano l’acquisto del titolo, confermando un sentiment di mercato estremamente favorevole.
Amazon, dazi più leggeri e nuove ambizioni per AWS
Se per Netflix il driver è la produttività interna, per Amazon il recente catalizzatore è arrivato da fattori geopolitici. Morgan Stanley ha rivisto al rialzo il prezzo obiettivo per il colosso dell’e-commerce, portandolo da 250 a 300 dollari per azione, prevedendo un upside potenziale di oltre il 30%.
L’analista Brian Nowak ha giustificato l’ottimismo con un significativo miglioramento del contesto macroeconomico rispetto ad aprile, quando aveva abbassato le stime a seguito dell’annuncio dell’amministrazione Trump di nuovi dazi al 145% sulle importazioni dalla Cina.
Ora che la tariffa effettiva si attesta al 55%, “stiamo rivedendo al rialzo le nostre stime per riflettere un contesto macro più favorevole”, ha scritto Nowak. Le nuove previsioni vedono gli utili di Amazon crescere del 9% nel 2026 e del 6% nel 2027.
Un altro elemento chiave citato dal report di Morgan Stanley è l’accelerazione della crescita di AWS, la divisione cloud di Amazon, anche grazie al contributo di Anthropic, società specializzata in intelligenza artificiale.
Se attualmente il contributo stimato di Anthropic alla crescita di AWS è intorno ai 60 punti base, le proiezioni aggiornate parlano di una quota che potrebbe salire fino a oltre 150 punti base entro il 2027, grazie a ricavi attesi di 10 miliardi nel 2026 e 19 miliardi nel 2027.
Il consenso tra gli analisti è quasi unanime: secondo i dati LSEG, 70 analisti su 73 assegnano ad Amazon un giudizio di “buy” o “strong buy”. Anche il target medio di 245 dollari per azione lascia spazio a un rialzo superiore al 10% rispetto alle quotazioni attuali.