Le azioni Amazon hanno perso smalto a Wall Street nelle ultime settimane. Dal picco di 238,85 dollari del 9 settembre, sono scivolate del 7,6% a 220,63 dollari. Nello stesso periodo altre Big Tech hanno aumentato il loro valore di Borsa, tipo
Microsoft che ha guadagnato il 4,32% o
Alphabet in rialzo del 4,64%. Mentre molti si chiedono cosa stia allontanando gli investitori dal gigante di Seattle, gli osservatori finanziari non hanno dubbi:
il motivo sta nel cloud computing.
Da circa due decenni questa unità di business ha fornito un grande contributo al rally delle azioni Amazon, sostenendo i guadagni dell'azienda anche quando il core rappresentato dall'e-commerce ha rallentato bruscamente nel post-pandemia. Recentemente sono arrivati alcuni segnali negativi.
Amazon Web Services (AWS), che nel secondo trimestre ha rappresentato più della metà dell'utile operativo, a fine luglio ha registrato una crescita dei ricavi inferiore rispetto a quella del cloud di Microsoft e Alphabet. Tra l'altro ha fornito una previsione più debole del previsto per l'utile operativo.
Azioni Amazon in difficoltà: il problema del cloud
Il boom dell'intelligenza artificiale ha comportato un'impennata della domanda per i data center e la gestione del cloud computing. Nel settore, AWS detiene ancora la quota di mercato maggiore, ma è tallonato a breve distanza da Azure di Microsoft e Google Cloud di Alphabet. Il problema adesso però è che Amazon si deve guardare dall'ascesa di altri competitor molto insidiosi, quali Oracle e CoreWeave.
"Il secondo trimestre ha fornito il primo segnale di avvertimento che AWS è in ritardo rispetto ad Azure quando si tratta di vincere i flussi di lavoro dell'intelligenza artificiale, ma sta perdendo terreno rispetto a Oracle e CoreWeave in misura ancora maggiore", ha dichiarato Clare Pleydell-Bouverie, co-manager del Liontrust Global Innovation Team di Londra. L'esperta ritiene che nei prossimi anni Amazon potrebbe non tenere il confronto con queste aziende.
Secondo le previsioni di Bloomberg Intelligence e IDC, la quota di mercato di Amazon nel cloud passerà da quasi il 35% del 2022 a meno del 20% entro il 2030, venendo superata da quella di Microsoft entro il 2029. Nel contempo, ci sarà la rapida crescita di Oracle, con una quota di mercato che potrebbe arrivare al 12% entro la fine del decennio, superando quella di Alphabet.
Oracle ha avuto uno slancio eccezionale negli ultimi tempi. La scorsa trimestrale ha fornito segnali entusiasmanti, mentre la società ha firmato contratti importanti sul fronte dell'intelligenza artificiale. Tra questi è da segnalare l'accordo da 300 miliardi di dollari in cinque anni con OpenAI, mentre è in corso una trattativa con Meta Platforms per una partnership sul cloud del valore di circa 20 miliardi di dollari.
"L'ascesa di Oracle è una sfida per gli operatori storici, non lo si può negare, ma è anche un riconoscimento di quanto sia prospero il business del cloud, che può resistere a un altro concorrente", ha detto Joe Tigay, gestore di portafoglio del Rational Equity Armor Fund. Tuttavia, sebbene l'azienda di software abbia "messo a segno numeri di crescita davvero incisivi, sta offrendo grandi sconti. E anche per questo abbiamo difficoltà a entusiasmarci", ha aggiunto.
A giudizio di Brian Kersmanc, gestore di portafoglio presso GQG Partners, "la concorrenza è diventata incredibilmente intensa tra i fornitori di cloud". Quindi, "nella misura in cui utilizzano i prezzi come un modo per guidare o mantenere la quota di mercato, ciò potrebbe avere un impatto sulla redditività".
Le azioni Amazon sono da comprare?
Il calo delle azioni Amazon nell'ultimo mese potrebbe essere un'occasione ghiotta per comprare a prezzi più bassi, soprattutto per chi si è perso il rally precedente. L'azienda è diventata economica anche nei multipli. Il titolo scambia a circa 25 volte gli utili attesi nei prossimi 12 mesi, al di sotto delle 27 volte del Nasdaq 100: il dato non è lontano dal maggiore sconto rispetto al benchmark mai registrato.
Attualmente, Oracle ha multipli di 40, vicino al suo livello più alto dall'era delle dot-com, mentre il titolo Microsoft è negoziato a 32 volte i guadagni attesi. Solo Alphabet ha un rapporto price/earnings più basso (22 volte), ma lo spread si è notevolmente ridotto.
"Dato quanto si parla di intelligenza artificiale e di potenziali bolle, è sorprendente che i multipli non siano ancora più alti. Questo è un buon segno per gli investitori che cercano un rialzo di mercato ancora maggiore", ha affermato Tigay.