Sembra perdere forza il recupero sui principali mercati azionari del Vecchio Continente che arrivano dopo il giro di boa in territorio negativo. In questo scenario il FTSE Mib passa di mano in area 24.300 punti, ancora a debita distanza dai supporti situati nei pressi dei 24.000 punti. Dal punto di vista operativo sarà importante la tenuta di questi livelli per evitare una nuova fase di vendite. Tra i titoli che a Milano cercano di mantenere il segno positivo troviamo Azimut, su cui impatta la salita nel capitale della società da parte dell'azionista di maggioranza.
Azimut: Timone Fiduciaria sale al 23,8% del capitale
Timone Fiduciaria, che riunisce tutti gli azionisti presenti all'interno del patto di sindacato di Azimut, ha comunicato che con l'acquisto di 3,5 milioni di azioni, ad un prezzo medio di 20,28 euro, ha rafforzato la sua presenza nel capitale della società passando dal 21,3% precedente all'attuale 23,8%.
L'operazione, che fa seguito all'ultima conclusa nel 2018, da una parte rafforza la presenza del patto di sindacato all'interno del capitale della società e dall'altra viene vista positivamente dal mercato per la fiducia che il management pone nelle prospettive positive di medio-lungo periodo della società. Andiamo a vedere cosa ci suggerisce l'analisi grafica del titolo
Azioni Azimut: analisi tecnica e strategie operative
Se l'anno appena trascorso era stato contrassegnato da un solido trend rialzista, il 2022 è al momento caratterizzato da una fase correttiva con le azioni Azimut passate da 26,70-26,80 euro ai 17,70 euro del 7 marzo. Questo movimento ha senza dubbio indebolito la struttura grafica di lungo periodo ed il rimbalzo innescatosi nelle ultime giornate non ha modificato il quadro generale.
Per fare in modo che la ripartenza possa proseguire, i prezzi dovrebbero spingersi oltre le prime resistenze di breve situate sulla soglia dei 22 euro, sopra i quali dovremmo assistere ad ulteriori allunghi in direzione dei 22,60 euro e a seguire 23 euro.
Al contrario il mancato superamento dei 22 euro verrebbe letto negativamente dal mercato, con una ripresa delle vendite che avrebbero un primo target ribassista sui 20,44 euro, dove verrebbe chiuso il gap up lasciato aperto il 16 marzo e, a seguire, 19,80 euro. Nel caso in cui anche questi sostegni dovessero cedere, il titolo vedrebbe aumentare le chance di un ritorno sui minimi degli ultimi 12 mesi sui 17,70 euro.