A Pasqua potrebbe arrivare un regalo agli investitori di Atlantia. La compagnia delle infrastrutture autostradali e aeroportuali potrebbe essere oggetto di
OPA lanciata da Edizioni Holding, finanziaria controllata dalla famiglia Benetton, insieme al gigante finanziario Blackstone a un prezzo di 24 euro. Le 2 holding punterebbero al delisting, lanciando così una controffensiva alle
mire di Florentino Perez, maggiore azionista del gruppo spagnolo ACS, e dei fondi Gip e Brookfield.
Il punto di partenza è la quota del 33,01% detenuta nel capitale azionario di Atlantia attraverso Sintonia, la subholding finanziaria dei Benetton. Secondo indiscrezioni di stampa, da settimane il cantiere era aperto, sebbene si stesse lavorando sottotraccia.
Inizialmente si trattava sulla base di un prezzo di 22 euro, ma recenti sviluppi hanno portato a un aumento dell'offerta a 24 euro. Questo perché le voci sull'acquisizione di Atlantia degli ultimi tempi hanno fatto salire le quotazioni del titolo in Borsa. Adesso la nuova offerta rappresenta un premio del 18,2% rispetto al prezzo dell'ultima chiusura a Piazza Affari.
L'operazione serve ad anticipare incursioni ostili, ingolosite da un assegno di 8 miliardi di euro che arriverà nelle casse di Atlantia alla fine del mese per effetto della vendita a Cassa Depositi e Prestiti del pacchetto di maggioranza di Autostrade per l'Italia. E proprio a fine aprile potrebbe arrivare il closing, sebbene si cerchi di stringere nel periodo a cavallo di Pasqua. La reazione delle azioni Atlantia in Borsa è stata molto positiva nei primi scambi della giornata, con il titolo che sale del 3,5%.
Atlantia: quale la contromossa di Perez?
L'OPA dovrà essere lanciata almeno sul 62,5% del capitale di Atlantia, considerando anche il 4,5% della Fondazione CRT, sempre alleata della famiglia Benetton. Ad un prezzo di 24 euro occorreranno intorno ai 12 miliardi di euro, tenuto presente che Edizioni e la Fondazione CRT non saranno tenuti a consegnare le azioni. L'operazione verrebbe sostenuta da almeno 5 grosse banche d'affari, come Goldman Sachs, JP Morgan e BofA riguardo l'estero,
Mediobanca e
Intesa Sanpaolo per quanto concerne l'Italia.
La contromossa di Florentino Perez e della sua cordata a questo punto potrebbe essere un rilancio ad almeno 26 euro per avere chances di spuntarla, il che significa un esborso di circa 23 miliardi di euro. Questi sarebbero finanziati da Morgan Stanley, Crediti Suisse e Citi. In tal caso si tratterebbe di una manovra ostile, per questo Edizioni tenta di bloccarla come ha chiarito in una nota sottolineando che l'investimento nella compagnia romana ha lo scopo di mantenere un radicamento italiano concentrandosi sulle infrastrutture di trasporto.
Tuttavia, fonti vicine a Brookfield e a Gip hanno spiegato che l'intenzione non è ostile, ma vi è solo la volontà di lavorare insieme ai Benetton. Ad ogni modo, qualsiasi scalata di matrice straniera dovrebbe fare i conti con il Governo italiano, che potrebbe azionare il Golden Power per la clausola di "change of control" su un'azienda di importanza strategica. Ancor più con un quadro geopolitico che in questo momento appare molto delicato.