Il mercato si aspettava il solito rituale: nelle prime settimane di ogni trimestre, gli analisti abbassano le previsioni sugli utili delle società quotate, aggiustando le aspettative verso il basso. Questa volta, però, è diverso.
Secondo John Butters di FactSet, tra giugno e fine agosto l’insieme delle stime sugli utili per il terzo trimestre è addirittura cresciuto dello 0,5%, passando da 67,32 a 67,66 dollari per azione. Un dettaglio che interrompe una tendenza storica: negli ultimi vent’anni, infatti, il calo medio delle previsioni nei primi due mesi di un trimestre è stato del 3,2%.
“È la prima volta dal secondo trimestre del 2024 che le stime aggregate vengono riviste al rialzo nei primi due mesi di un trimestre”, sottolinea Butters.
Stime utili S&P 500: i settori che guidano il rimbalzo
Non tutti i comparti hanno beneficiato di questa inversione di tendenza. La tecnologia si conferma il motore principale della revisione, con un incremento del 4,4% nelle stime di EPS. A trainare la corsa anche l’energia (+4%) e i servizi di comunicazione (+2,6%).
All’opposto, la sanità frena bruscamente con una contrazione del 7,2%, segnalando debolezze strutturali e incertezza regolatoria. Stabili, invece, le utility, che non hanno registrato alcuna variazione.
Il messaggio per gli investitori è chiaro: la crescita non è uniforme e si concentra soprattutto nei settori più ciclici e legati all’innovazione. Chi cerca opportunità deve guardare ai comparti che stanno beneficiando di margini più ampi e di una domanda resiliente, nonostante il contesto macro incerto.
Prospettive oltre il 2025
Il dato forse più interessante non riguarda solo il trimestre in corso, ma anche gli orizzonti successivi. Le stime sugli utili per l’intero 2025 sono state riviste al rialzo dell’1,6%, fino a 268,48 dollari per azione, mentre quelle per il 2026 sono salite dell’1,2%, toccando quota 303,88 dollari.
A livello settoriale, nel 2025 spiccano i rialzi nei servizi di comunicazione (+4%), nei finanziari (+3,3%) e nei consumi discrezionali (+3%). Anche in questo caso, la sanità rimane in affanno (-2,1%).
“Nonostante i timori legati all’inflazione e ai dazi commerciali, gli analisti mostrano un sorprendente ottimismo di medio termine”, osserva Butters. Il che suggerisce una convinzione diffusa: la resilienza degli utili aziendali, soprattutto nei settori più esposti a innovazione e servizi, potrebbe fungere da contrappeso alle incertezze macroeconomiche.