I pessimi dati sul mercato del lavoro di venerdì scorso hanno scosso le azioni a Wall Street. Nell'ultima seduta della settimana, l'indice
S&P 500 nell'immediato ha reagito in maniera positiva scontando la possibilità che la Federal Reserve rompa definitivamente gli indugi e tagli con convinzione i tassi di interesse. Nel corso delle contrattazioni, però, il benchmark ha virato in negativo sulle preoccupazioni di un rallentamento dell'economia americana.
Nel mese di agosto, gli Stati Uniti hanno creato appena 22 mila nuovi posti di lavoro, molto al di sotto di aspettative già deboli di 75 mila unità. Il tasso di disoccupazione invece si è mantenuto stabile al 4,3%. Gli investitori temevano la lettura dei dati occupazionali, per le molteplici implicazioni che avrebbe avuto. A questo punto, le risultanze sull'inflazione della prossima settimana assumono un'importanza cruciale prima che la Fed decida se e di quanto abbassare il costo del denaro nella riunione del 16/17 settembre.
Fed: tagli sì, ma di quanto?
Esistono ormai pochi dubbi che questo mese la Banca centrale americana riduca i tassi di riferimento. Il punto è di quanto. Il FedWatch Tool di CME Group sconta con una probabilità quasi totale che arrivi una sforbiciata dello 0,25%, ma la novità è che la probabilità di una riduzione di mezzo punto percentuale è passata dallo 0% al 14%. Fino ad oggi, questa eventualità era stata caldeggiata da alcuni osservatori finanziari, ma non trovava riscontro nelle dinamiche di mercato. Dopo quanto è emerso dal mercato del lavoro, tale scenario diventa qualcosa in più di una semplice ipotesi.
Secondo Kevin Brocks, direttore di 22V Research, "il tasso di disoccupazione piatto è abbastanza debole da dare il via libera a un continuo allentamento delle condizioni finanziarie, ma non abbastanza debole da implicare che il rischio di recessione sia immediato".
Wall Street: quale sarà la reazione nelle prossime settimane?
Nel recente passato, segnali negativi dal mercato del lavoro hanno dato paradossalmente ulteriore spinta alle azioni a Wall Street. Questo perché, con un mercato del lavoro in sofferenza, aumentavano le speranze che la Fed diventasse più accomodante risollevando l'economia.
Ora però bisogna soppesare gli effetti derivanti da una possibile stagnazione. Il rapporto sull'occupazione "trova un equilibrio tra il rafforzamento delle aspettative del mercato per una sequenza di tagli dei tassi della Fed e il non suscitare ancora rinnovate preoccupazioni per la recessione, quindi l'ampia risposta del mercato dovrebbe essere moderatamente positiva", ha detto Seema Shah, capo strategist di Principal Asset Management. Tuttavia, ha avvertito che "le preoccupazioni per la salute dell'economia stanno iniziando a insinuarsi" e che una "forte lettura dell'inflazione la prossima settimana potrebbe suscitare nuovi timori su una stagflazione".
Settembre potrebbe quindi confermarsi un mese arcigno per gli investitori, come è nella sua tradizione. Questa però potrebbe essere un'occasione per comprare le azioni a prezzi più bassi, a giudizio di Paolo Schiavone, trader macro di Goldman Sachs. L'esperto raccomanda di approfittare di ogni calo degli indici a Wall Street e prevede una risalita dell'S&P 500 a quota 6700-6900 punti quando "il mercato riconoscerà che il taglio dei tassi alimenterà una rinnovata crescita economica".