La società madre di Google,
Alphabet, ha effettuato un’emissione obbligazionaria per 11 miliardi di dollari suddivisa in varie scadenze. In relazione all’offerta, il miliardo di dollari in bond quinquennali è stato
emesso con una cedola dello 0,45%, il più basso mai registrato per questa scadenza dal 2013, quando Apple ha emesso 1,5 miliardi di dollari di obbligazioni corporate a 5 anni al tasso dello 0,45%.
La domanda per le nuove obbligazioni di Alphabet è stata forte e pari a 31 miliardi di dollari. Negli USA questo tipo di emissioni sono agevolate dalla Federal Reserve, che le supporta con i suoi ampi programmi di acquisto. Il ricavato della raccolta sarà utilizzato dal colosso americano per due propositi: 4,5 miliardi di dollari (relative alle scadenze a 7-20 e 40 anni) per interessi aziendali generici, incluse le acquisizioni, mentre i restanti 5,5 miliardi di dollari saranno utilizzati per iniziative green e legate a tematiche ambientali, sociali e di governance.
La caccia al rendimento degli investitori è sempre attiva e la forte domanda per l’emissione di Alphabet lo conferma. Seppure sia lo yield più basso di sempre per un’emissione obbligazionaria dell’azienda,
l’investimento permette di guadagnare di più rispetto a quello nel titolo di Stato americano a 5 anni, che rende lo 0,21%.
Ricordiamo infine come la scorsa settimana la società madre di Google ha
pubblicato i conti del secondo trimestre 2020, i quali hanno
superato le aspettative evidenziando però il primo calo delle vendite in 16 anni. La società si è dimostrata comunque decisamente solida. Nel premarket di Wall Street le azioni Alphabet stanno mettendo a segno un -0,46% sulla chiusura di ieri. Vediamo ora il punto di vista dell’analisi tecnica.
Azioni Alphabet: analisi tecnica e strategie operative
Nelle ultime sedute, le azioni Alphabet stanno registrando una correzione dopo i forti rialzi che solo lo scorso 21 luglio hanno permesso al titolo di
aggiornare i suoi massimi storici toccando quota 1.586,99 dollari. La zona raggiunta dai venditori è piuttosto delicata e corrisponde al transito del livello statico a 1.467,41 dollari, espresso dai massimi dell’8 giugno 2020, e da quello della linea di tendenza disegnata con i lows del 22 marzo e 28 giugno 2020.
Se le quotazioni dovessero scendere al di sotto di questa area di concentrazione di domanda, i venditori avrebbero la possibilità di confermare il modello di double top messo a segno tra il 12 e 20 luglio 2020.
La validazione di questo modello permetterebbe ai corsi di raggiungere la soglia psicologica dei 1.400 dollari. Al contrario una spinta oltre i 1.506 dollari darebbe modo agli acquirenti di tornare al test della trendline ottenuta collegando i massimi dell’11 marzo e 5 aprile 2020.
Seguendo l’ipotesi di una ripresa della tendenza ascendente, si potrebbero valutare strategie di natura long nell’eventuale ripresa di forza al di sopra di 1.505 dollari. Lo stop loss sarebbe in tal caso localizzato a 1.445 dollari, mentre l’obiettivo a 1.580 dollari.