Wall Street: ricavi da trading ai massimi dal 2009 | Investire.biz

Wall Street: ricavi da trading ai massimi dal 2009

26 nov 2025 - 07:00

Le banche di Wall Street verso 165 miliardi di ricavi da trading, ai massimi dal 2009. Volatilità dei tassi, dazi e deficit fiscali alimentano le opportunità sui mercati

I ricavi da trading delle banche di Wall Street quest'anno potrebbero essere i più alti dal 2009. Secondo i dati forniti da Crisil Coalition Greenwich, i grandi istituti finanziari come Goldman Sachs, JP Morgan Chase e Citigroup dovrebbero generare complessivamente 165 miliardi di dollari dal trading, segnando un incremento del 10% rispetto al 2024.

Per l'anno prossimo, la situazione dovrebbe restare sostanzialmente invariata, con ricavi previsti a 162 miliardi di dollari. In particolare, in evidenza c'è il trading dei mercati emergenti, dove le banche realizzeranno i maggiori introiti da almeno due decenni, pari a 35 miliardi di dollari. Di grande importanza anche le entrate relative al trading obbligazionario (27 miliardi di dollari) e delle materie prime (11 miliardi di dollari).

 

 

Wall Street: ecco perché le banche stanno ottenendo grandi guadagni dal trading

Sono diverse le ragioni che stanno determinando la forte crescita delle entrate da trading delle banche di Wall Street.

In primo luogo, la modifica dei tassi di interesse da parte delle Banche centrali. I ricavi per chi fa trading sui tassi d’interesse aumentano quando i mercati sono volatili e si verificano numerosi cambiamenti macroeconomici. In pratica, allorché gli istituti monetari tagliano o alzano i tassi, gran parte del mercato deve riposizionarsi e questo genera un notevole volume di trading attraverso hedging, arbitraggi e operazioni direzionali. Ne consegue un aumento delle commissioni per le banche.

In secondo luogo, pesa l'incertezza sui dazi commerciali. Le tariffe influenzano la crescita, l'inflazione e le catene di fornitura. Di conseguenza, cresce l’incertezza nei mercati obbligazionari, che diventano più volatili e offrono maggiori opportunità di trading sui tassi.

Infine, giocano un ruolo chiave le preoccupazioni per i deficit fiscali in aumento. Ciò implica che uno Stato dovrà emettere più debito, facendo salire i rendimenti e generando oscillazioni improvvise che gli investitori possono sfruttare per fare trading, incrementando le commissioni delle banche.

“Le Banche centrali stanno normalizzando la politica monetaria e i loro bilanci, ma ciò che non si è ancora normalizzata è l'enorme quantità di emissioni”, ha dichiarato Nikhil Choraria, responsabile dei prodotti europei sui tassi d'interesse negoziati presso Goldman Sachs. “La maggior parte di queste condizioni è destinata a restare. Non c’è motivo per cui i livelli di attività che abbiamo visto non possano ripetersi nel 2026”.

Secondo Nomura Holdings, quest’anno l’attività sui tassi ha beneficiato delle manovre della Bank of Japan, della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea. Ora la società di investimento giapponese punta ad “aiutare i clienti asiatici a investire più facilmente nei mercati dei tassi europei e statunitensi e a coprire gli investimenti nei data center con i derivati sui tassi”, ha dichiarato Moritz Westhoff, responsabile del business tassi statunitensi di Nomura.

 

 

 

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