I futures sull’S&P 500, nelle versioni E-mini (ES) e Micro E-mini (MES), rappresentano alcuni dei derivati più scambiati al mondo. Quotati al CME Group, consentono di prendere posizione sul principale indice azionario americano sfruttando elevata liquidità e un ambiente regolamentato (Futures su S&P 500: tutto quello che devi sapere).
Per chi li utilizza è fondamentale conoscere con precisione il calendario delle scadenze, la logica che regola i codici dei contratti e cosa avviene nei giorni che precedono la loro scadenza, soprattutto per gestire correttamente il rinnovo delle posizioni, noto come rolling. Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere.
Futures S&P 500: quando scadono i contratti nel 2026?
Per quanto riguarda il 2026, le scadenze dei futures ES e MES seguono come sempre il ciclo trimestrale stabilito dal CME. I contratti scadono il terzo venerdì dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre: nel 2026 ciò avverrà il 20 marzo, il 19 giugno, il 18 settembre e il 18 dicembre.
La scadenza coincide con il cosiddetto giorno delle “quattro streghe”, la giornata in cui giungono a termine futures e opzioni su indici e azioni, un momento che tende ad aumentare la volatilità e il volume degli scambi (Quattro streghe: cosa sono, come funzionano e quando sono).
Il riconoscimento dei singoli contratti avviene attraverso la convenzione utilizzata dal CME. Ogni future è identificato da un ticker composto dal simbolo del prodotto (ES per gli E-mini e MES per i Micro E-mini) e da un codice che indica il mese e l’anno di scadenza. Il mese è rappresentato da una lettera: H per marzo, M per giugno, U per settembre e Z per dicembre.
A questa lettera viene aggiunta l’ultima cifra dell’anno di riferimento. Per esempio ESU6 indica il contratto E-mini S&P 500 con scadenza a settembre 2026, mentre ESZ6 rappresenta la scadenza di dicembre dello stesso anno. Il sistema funziona nello stesso modo per i Micro E-mini.
Futures S&P 500: cosa succede quando scadono i contratti?
Quando un trader arriva alla data di scadenza con un contratto ancora aperto, il future non viene rinnovato automaticamente. Poiché ES e MES prevedono una regolazione in contanti, alla scadenza il broker chiude la posizione al prezzo di settlement, calcolando la differenza tra il prezzo di ingresso e quello finale, generando un accredito o un addebito sul conto.
Proprio per evitare chiusure involontarie e gestire correttamente il passaggio al contratto successivo, la maggior parte degli operatori chiude o rinnova le posizioni con alcuni giorni di anticipo. Il processo di rinnovo, chiamato rolling, è uno dei momenti più importanti nella gestione dei futures. Nei giorni che precedono la scadenza, la liquidità tende infatti a spostarsi progressivamente dal contratto in scadenza a quello successivo.
Il nuovo contratto diventa gradualmente il più scambiato e quello in scadenza vede diminuire i volumi. Questo spostamento crea differenziali di prezzo tra i due contratti, influenzati da tassi d’interesse impliciti, dividendi attesi dell’indice e dinamiche di domanda e offerta legate alle necessità di copertura.
In genere l’attività di rolling aumenta sensibilmente tra sette e dieci giorni prima della scadenza, con un picco nel cosiddetto “roll day”, quando molti operatori istituzionali effettuano il rinnovo simultaneamente.