Cosa sono i Treasury Usa? Quanti sono e quali sono le loro differenze? Ecco tutto quello che c’è da sapere sui titoli di Stato emessi dal Governo Federale degli Stati Uniti d’America
Le obbligazioni, che tendono ad essere meno volatili e meno soggette alle forti oscillazioni dei prezzi rispetto alle azioni, sono un ottimo modo per mantenere per diversificare il portafoglio e mitigare la volatilità dei mercati azionari. I Treasury Usa sono considerati un investimento privo di rischio, in quanto hanno probabilità estremamente basse di insolvenza, poiché emesse dal governo degli Stati Uniti.
Queste obbligazioni governative sono considerate beni rifugio, grazie alle quali ripararsi da crisi e tensioni internazionali. Il Treasury a 30 anni è diventato il titolo di riferimento quando si parla di performance del mercato dei titoli di Stato degli Stati Uniti e viene anche utilizzato per trasmettere al mercato le aspettative sull’andamento dei tassi di interesse (quindi, indirettamente, anche sulle prospettive economiche degli Stati Uniti).
Molti risparmiatori e investitori tuttavia fanno molta confusione riguardo ai titoli di Stato statunitensi. La maggior parte degli investitori utilizza il termine “T-Bonds” come sinonimo di titoli di Stato Usa, altri invece per identificare esclusivamente i titoli a scadenza decennale. Con il termine T-Bond si indica certamente una specifica categoria di obbligazioni americane, ma non quelle a 10 anni, bensì a 30 anni. I T-Bond sono solo a durata trentennale. Fatta chiarezza su questo aspetto, approfondiamo insieme le varie tipologie di obbligazioni Usa e le loro caratteristiche.
Tutti i titoli di Stato Usa: Treasury Bill, Note e Bond
Treasury è il termine per indicare genericamente i titoli di Stato emessi dal governo federale degli Stati Uniti. A questo viene aggiunto un altro termine per indicare una specifica categoria (Bill, Note, Bond). I titoli di Stato Usa si distinguono quindi in:
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Treasury Bill (o T-Bill): con questo termine si indica i titoli a breve termine, con scadenze pari a 4, 13, 26 e 52 settimane. Non pagano interessi periodici in quanto sono acquistati a sconto rispetto al valore nominale (sono emessi sotto la pari). Il rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Solitamente il rendimento è basso, ma possono essere ceduti e monetizzati in qualsiasi momento
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Treasury Note (o T-Note): con tale termine si indica i titoli a medio/lungo termine con scadenze pari a 2, 3, 5, 7 e 10 anni. Al sottoscrittore è riconosciuta una cedola semestrale a tasso di interesse fisso
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Treasury Bond (o T-Bond): sono i titoli di Stato Usa a più lungo termine, con scadenze pari a 30 anni. Esattamente come accade per i T-Note, al risparmiatore è riconosciuto una cedola semestrale a tasso fisso
I Treasury a lungo termine, che includono il T-Note a 10 anni e il T-bond a 30 anni, offrono in genere tassi di interesse più elevati rispetto a qualsiasi altro titolo. Il motivo è semplice: le obbligazioni a lungo termine hanno normalmente rendimenti più elevati perché sono più rischiose, con un probabile picco dell’inflazione che potrebbe ridurre il valore dei pagamenti di interessi.
Inoltre, se i rendimenti guidati dal mercato aumentano, cosa che spinge il prezzo dell’obbligazione verso il basso, l’obbligazione a rendimento inferiore diventerebbe meno interessante. Oltre ai pagamenti semestrali dei tassi di interesse, gli obbligazionisti – a scadenza - recuperano tutto il capitale investito.
Quando un Treasury (Note o Bond) raggiunge la sua data di scadenza, l’investitore riceve l’intero valore nominale dell’obbligazione. Ciò significa che se il detentore possiede un buono del Tesoro del valore di 1.000 dollari, riceverà indietro il capitale oltre agli interessi sull’investimento. Sia il T-Bond che il T-Note detengono un importo nominale minimo di 1.000 dollari, sebbene entrambi vengano venduti con incrementi di 100 dollari se acquistati direttamente dal Tesoro degli Stati Uniti.
I T-Note e i T-Bond sono negoziati in un mercato secondario altamente liquido: il mercato del reddito fisso o obbligazionario. I Treasury Bond possono essere venduti dagli obbligazionisti anche prima della scadenza. Curiosità sui T-Bond: gli Stati Uniti dal febbraio 2001 avevano sospeso l’emissione dei T-Bond a 30 anni. Dopo 5 anni tuttavia sono stati riemessi. La riemissione di questi titoli di Stato è da attribuire alla forti pressioni esercitate dai gestori dei fondi pensione sul governo federale degli Stati Uniti per far fronte alle proprie esigenze di investimento a lungo termine.
L’eliminazione dei T-Bond aveva creato alcune criticità circa la sostenibilità dei patrimoni dei fondi pensione. Oggi la politica monetaria ultra-accomodante basata su un continuo taglio dei tassi d’interesse e sulla massiccia immissione di liquidità, ha portato a ridosso dello zero anche i rendimenti dei T-Note a 10 anni.
TIPS: i bond che proteggono dall’inflazione
Oltre ai Treasury precedentemente elencati, il governo federale Usa emette anche dei buoni del Tesoro a reddito variabile. Questa categoria di titoli di Stato ha come scopo quella di proteggere il capitale investito dall’inflazione. La logica di fondo di queste obbligazioni prevede che il capitale investito venga rivalutato periodicamente in funzione dell’andamento dell’inflazione. La conseguenza è che ad essere variabile è il rendimento, ma non il tasso d’interesse che resta fisso.
Tali titoli sono noti come Treasury Inflation-Protected Securities (TIPS) e vengono emessi con scadenza pari a 5, 10 e 30 anni. I titoli con copertura inflazionistica, poi, rappresentano un’ulteriore sicurezza, anche se offrono rendimenti più bassi, ma maggiore garanzia di rendimento sul lungo periodo.
Treasury Usa: i fattori che influenzano i prezzi dei bond
Proprio come per ogni altro strumento finanziario, i prezzi dei Treasury Usa dipendono dalla domanda e dall'offerta. L'offerta viene stabilita dallo Stato che emetterà nuovi bond in base alla necessità di cassa. La domanda di bond dipende dai rendimenti che offrono. Se i tassi d'interesse sono più bassi della quotazione della cedola, la domanda aumenterà, poiché ciò rende il bond maggiormente interessante per gli investitori. Al contrario, se i tassi d'interesse superano la quotazione della cedola, la domanda diminuirà.
L’avvicinarsi alla data di scadenza è un altro fattore importante: i nuovi bond emessi verranno sempre quotati in base ai tassi d'interesse correnti. Ciò vuol dire che solitamente vengono scambiati alla pari o quasi, quindi al loro valore nominale. Più la scadenza si avvicina, più il bond sarà semplicemente una restituzione del prestito iniziale. Ciò vuol dire che il valore dell’obbligazione col passare del tempo torna pian piano a coincidere con il valore nominale.
Di fondamentale importanza è anche il rating che viene assegnato da agenzie specializzate come Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch. Anche se la probabilità di insolvenza di un governo è generalmente bassa (sopratutto quello della prima economia al mondo), i bond più rischiosi vengono di solito quotati a un prezzo minore rispetto a bond emessi da Stati con un basso rischio di insolvenza, anche a parità di tasso di interesse.
Oltre a questi fattori, vi sono altre potenziali insidie: i rischi legati ai tassi d'interesse, all'inflazione e al cambio valutario. Il rischio legato ai tassi d'interesse consiste nella possibilità che un aumento del costo del denaro causi un calo del valore dell’obbligazione. Questo per via degli effetti che hanno tassi d'interesse più alti sul rischio/opportunità del possedere un bond quando si potrebbe ottenere un miglior rendimento investendo su un’altra asset class.
Il rischio legato all'inflazione consiste nella possibilità che l'aumento del livello di inflazione causi un calo del valore dell’obbligazione. Se il tasso di inflazione supera la quotazione della cedola, l'investimento causerà perdita di denaro in termini reali. Infine, il rischio cambio si presenta solo nel caso in cui un investitore compra un bond governativo che ripaga il prestito in una valuta diversa da quella di riferimento, con possibile calo del valore dell’investimento dovuto alle fluttuazioni dei tassi di cambio.
Treasury: la curva dei rendimenti come segnale anticipatore
Nel mercato del reddito fisso, i tassi di interesse dei titoli di Stato contribuiscono a formare la curva dei rendimenti, che include l'intera gamma di investimenti in questo caso offerti dal governo degli Stati Uniti. La curva dei rendimenti molto spesso è inclinata verso l'alto (le scadenze brevi offrono tassi inferiori rispetto alle scadenze più lunghe). Tuttavia, la curva dei rendimenti può essere invertita quando i tassi a lungo termine sono inferiori ai tassi a breve termine.
Una curva dei rendimenti invertita può segnalare un'imminente recessione, sinteticamente misurata dallo spread tra il Treasury a 10 anni e quello a 2 anni. Una curva delle scadenze a salire sarebbe indice di una condizione “ordinaria” dell’economia Usa, poiché gli investitori pretendono rendimenti crescenti all’allungarsi delle scadenze, scontando fattori di rischio imprevisti nel lungo periodo, come l’inflazione.
Se i rendimenti a breve termine sono invece molto simili a quelli a lungo, i possibili scenari sono due: i grandi investitori si aspettano una imminente crisi dell’economia (quindi si comprano più bond a lungo per ripararsi dai rischi attesi) oppure si sta scontando un taglio dei tassi di interesse, ragione per cui è più conveniente acquistare bond a lungo termine per approfittare del rendimento attuale