Il rating dell’Italia è l’unico che potrebbe scendere sotto il livello investment-grade e scivolare in territorio “junk”, spazzatura: a dirlo è Moody's Investors Service in uno studio dedicato alle modalità con cui nel corso degli ultimi tre decenni le nazioni hanno affrontato i declassamenti in territorio non-investment grade.
"L'Italia -riporta lo studio dell’agenzia- è attualmente l'unico paese con rating Baa3 e prospettive negative", scrivono gli analisti Kelvin Dalrymple e Scott Phillips. "La crescita lenta e l'aumento dei costi di finanziamento potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale dell'Italia".
Venerdì scorso S&P Global Ratings ha confermato il giudizio sul nostro debito a “BBB”, due livelli sopra Moody’s, con prospettive stabili.
Italia: perché Moody’s potrebbe bocciare il rating
Come è possibile vedere dalla tabella, realizzata da Bloomberg, tra le grandi agenzie di rating, quello di Moody’s è l’unico giudizio che potrebbe finire fuori dalla soglia dell’investment grade.
Il giudizio Baa3 rappresenta l'ultimo argine prima di scivolare negli inferi del non-investment grade poiché accompagnato, dallo scorso mese di agosto, da prospettive negative, che preannunciano la possibilità di un nuovo downgrade.
Il nostro Paese, hanno rilevato, gli analisti di Moody's, si trova a dover fronteggiare "rischi accresciuti" a causa del processo di implementazione di riforme cruciali per rinvigorire il suo potenziale di crescita, citando misure tra cui quelle legate al ricevimento delle risorse del Recovery Fund. Moody’s, come del resto anche Goldman Sachs, sottolinea come la mancata assegnazione dei fondi potrebbe peggiorare la view sulla nostra economia ( Btp? Meglio i Bonos. Parola di Goldman Sachs).
Cosa potrebbe succedere con il rating a junk?
Dal 1995, emerge dallo studio di Moody’s, 28 Paesi hanno perso la qualifica di investment-grade e, per tornare sopra questo livello, sono stati necessari dai 3 ai 14 anni.
Nell’ipotesi in cui Moody’s riducesse il rating dell’Italia, i rendimenti, complice anche il minor sostegno offerto dalla BCE, potrebbero spingersi in prima battuta in direzione di quel 4,8% toccato per l’ultima volta ad ottobre 2022 (attualmente il Btp a 10 anni rende il 4,3%) per poi tentare l’assalto ai top dal novembre 2012 sopra il 5%.
In caso di bocciatura non ci sarebbero invece conseguenze immediate per quanto riguarda la partecipazione ai programmi di acquisto di obbligazioni da parte della BCE: l’istituto guidato da Christine Lagarde può acquistare il debito fino a che almeno una delle quattro principali agenzie di rating giudica la carta italiana in area investment grade.
Per sapere quale sarà la decisione di Moody’s sul rating italiano non servirà attendere molto: la prossima valutazione è prevista per il 19 maggio.
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