Rispetto a quando FED e BCE hanno iniziato la lotta all’inflazione i timori legati all’incremento del costo della vita si sono attenuati. I numerosi innalzamenti dei tassi di interesse messi in campo da Jerome Powell e Christine Lagarde sembrano essere stati in grado di far rientrare questa voce, aprendo negli ultimi mesi a un cambio nell’approccio alla politica monetaria. Federal Reserve e Banca Centrale Europea hanno tagliato i tassi dopo un biennio di inasprimento del costo del denaro.
Inflazione: i rischi dietro l’angolo
La lotta all’inflazione, seppur ben impostata in questo periodo, non è tuttavia mai vinta in via definitiva. Le parole di Christine Lagarde nell’ultimo meeting BCE così come quelle di Jerome Powell di qualche giorno fa portano doverosamente a non trascurare questa variabile. Vi sono infatti diverse voci che potrebbero andare a impattare negativamente sul rischio di un ritorno dell’inflazione.
In un contesto geopolitico complicato che potrebbe incidere negativamente sui prezzi delle materie prime, non vanno trascurate altre variabili capaci di favorire una dinamica inflazionistica. A poche settimane dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca le politiche economiche che il tycoon repubblicano vuole mettere in campo sono tra queste: da un lato il protezionismo con l’applicazione di barriere commerciali che oltre a favorire una riduzione della competizione globale potrebbero altresì portare a interruzioni delle catene di approvvigionamento; dall’altro l’implementazione di politiche di bilancio espansive che nel medio termine potrebbero portare a una crescita della spesa pubblica e dei salari.
Un trend che a ben guardare potrebbe interessare anche l’Europa, laddove i costi legati alla transizione energetica e agli standard ambientali più stringenti porteranno alla crescita degli investimenti in nuove tecnologie e infrastrutture. Elementi questi in grado di impattare in modo strutturale sulle prospettive inflattive dell’area Euro. Da non trascurare infine le spese militari, in forte crescita negli ultimi anni in Europa, che generano spesa pubblica e potenziali rischi sull’inflazione.
Il Bond SG per coprirsi dall’inflazione
Per coprirsi da questo rischio è tuttavia presente sul mercato un’obbligazione a tasso misto firmata da SG. Si tratta dell’obbligazione a cedola fissa del 5% e cedola indicizzata all’inflazione quotata venerdì scorso sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana con codice ISIN XS2928162945. Il bond ha una durata di 10 anni, con scadenza dunque fissata al 15 novembre 2034, e prevede il pagamento della cedola su base annua. Proprio la struttura cedolare rappresenta il punto di forza dello strumento.
Nel primo anno di vita, quindi per la cedola pagata il 17 novembre 2025, il tasso di interesse è fisso e posto al 5% annuo lordo. Al netto delle imposte fa il 3,7% annuo netto, oltre un punto percentuale superiore al rendimento attuale di titoli di Stato di pari durata. Per avere rendimenti netti superiori a quello proposto da questa obbligazione, nonostante la tassazione di favore a cui sono assoggettati i titoli di Stato, bisogna andare su strumenti con una durata ultra-decennale.
Se il 5% del primo anno è dunque competitivo e si inserisce in un contesto in cui la BCE ha già iniziato a tagliare i tassi, trend che se proseguito porterebbe a una rivalutazione in conto capitale del valore di questa obbligazione, è la struttura dal 2° al 10° anno che merita un focus. In questo periodo infatti le cedole saranno legate all’andamento dell’inflazione anno/anno nell’Eurozona, misurata dall’Eurostat tramite l’indice Eurostat Eurozone HICP Ex Tobacco Unrevised Series NSA, con un tasso minimo (floor) annuo lordo del 2,25%. Rispetto ad altre situazioni presenti sul mercato, l’obbligazione di SG non prevede infatti un limite superiore alla copertura dell’inflazione. Se ad esempio il costo della vita misurato dall’indice Eurostat dovesse aumentare al 6% in un anno, la cedola riconosciuta all’investitore sarà del 6% sul valore nominale dell’obbligazione. Un valore nominale peraltro studiato per essere accattivante rispetto al pubblico retail ed offrire massima liquidità, ossia 100 euro per ogni singolo bond.
DISCLAIMER
Il presente articolo è stato redatto dalla redazione di Investire.biz. Investire.biz ha stipulato un accordo con Societe Generale tale per cui, a fronte del pagamento di un corrispettivo, Investire.biz si impegna a selezionare, in modo del tutto autonomo e indipendente da Societe Generale, uno o più prodotti facenti parte della gamma di prodotti di Societe Generale negoziati su Borsa Italiana o EuroTLX, che siano legati al sottostante che è di volta in volta oggetto dell’analisi contenuta negli articoli predisposti da Investire.biz. Il presente articolo non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all’investimento. Per qualsiasi informazione sui prodotti oggetto dell’articolo, il lettore deve leggere attentamente il KID e la documentazione d’offerta e può rivolgersi al proprio intermediario di riferimento. Societe Generale e Investire.biz non assumono alcuna responsabilità per l'eventuale utilizzo che il lettore potrà fare dei contenuti dell’articolo. L’ultima versione del Documento contenente le Informazioni Chiave (KID) e la documentazione d’offerta del prodotto descritto nel presente articolo potranno essere visualizzati e scaricati rispettivamente dal sito https://kid.sgmarkets.com e http://prodotti.societegenerale.it. Tali documenti sono altresì disponibili sul sito https://prodotti.societegenerale.it nonché gratuitamente, su richiesta, presso gli uffici di Societe Generale, in via Olona, 2 a Milano.