Societe Generale, banca sistemica ed emittente di lunga e riconosciuta esperienza nel segmento degli strumenti quotati, ha emesso due nuove obbligazioni destinate al mercato italiano. Venerdì scorso l’emittente francese, che gode di un rating investment grade dalle tre principali agenzie di rating (S&P A, Moody’s A1, Fitch A), ha portato sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due bond “Cumulative Callable” con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato.
In entrambi i casi la data di scadenza è stata fissata al 7 febbraio 2040, ma l’opzione “Callable” prevede la possibilità di rimborso anticipato su base annua a discrezione dell’emittente. Sia nel caso di scadenza naturale che in quello del rimborso anticipato, SG corrisponderà il 100% del valore nominale.
La prima obbligazione, caratterizzata dal codice ISIN XS2970972613, ha un valore nominale di 1.000 euro mentre la seconda, codificata XS2970972704, presenta un nominale di 2.000 dollari. Le differenze non finiscono qui, perché se nel caso del bond denominato in euro abbiamo un tasso fisso del 4,75%, nel secondo il rendimento, alla luce di una struttura dei tassi più elevata oltre oceano, è fissato all’8%.
La caratteristica “Cumulative” implica che, con entrambi i prodotti, il tasso fisso riconosciuto da SG (4,75% per il prodotto in euro, 8% nel caso in cui il prodotto sia denominato in dollari) sarà corrisposto con un’unica cedola alla scadenza (originaria o anticipata).
Obbligazione SG Cumulative Callable in $: come funziona
Elementi essenziali di queste obbligazioni, le caratteristiche “Cumulative” e “Callable” viaggiano a braccetto. Tra il 1° ed il 14° anno di vita del prodotto, con cadenza annuale l’investitore si troverà davanti a due scenari: l’emittente esercita l’opzione di rimborso anticipato o non la esercita.
Nel primo caso, l’obbligazione verrà rimborsata al 100% del valore nominale (2.000 dollari per ogni titolo in dollari sottoscritto) e l’investitore incasserà la cedola unica pari al tasso fisso lordo annuo dell’8% (anch’essa corrisposta in dollari) applicando la base di calcolo della cedola 30/360 tra la data di emissione e la data di rimborso anticipato.
Nel caso invece il rimborso anticipato non venga esercitato, il prodotto non corrisponde alcun provento. Da notare che gli interessi maturati vengono corrisposti a scadenza, quella del 2040 o quella anticipata, oppure in caso di vendita dell’obbligazione sul mercato, incassando in tal caso il rateo maturato e calcolato dalla data di emissione.
Se consideriamo un esempio teorico nel quale l’obbligazione viene rimborsata dopo due anni, l’investitore riceverà il 116% del valore nominale (100% + 8% x 2 anni, ovvero 2.000 dollari + 320 dollari lordi per ogni titolo sottoscritto). Se il rimborso avviene dopo tre anni, incasserà il 124% del nominale (2.000 + 480 $ lordo) e così via.
Nel caso in cui il prodotto dovesse arrivare a scadenza, SG corrisponderà il 100% del valore nominale (2.000$/obbligazione) che, maggiorato dell’8% annuo per 15 anni (anche in questo caso sarà applicata la base di calcolo della cedola 30/360), sarà pari al 212% del nominale (capitale 2.000 $ + cedola 2.240 $ lordi, totale 4.240 $).
La peculiarità di questo strumento
Se da un lato incassare gli interessi in un’unica soluzione a scadenza può rappresentare un elemento negativo per quegli operatori che puntano ad flusso cedolare periodico, dall'altro il corso secco (i prezzi di negoziazione dell'obbligazione non tengono conto del rateo di interesse della cedola) offre l’opportunità sul mercato secondario di incassare un rateo crescente con il passare del tempo.
Il pagamento delle cedole a scadenza rappresenta un elemento da tenere in considerazione nel caso in cui il titolo dovesse arrivare a scadenza. In assenza di un compounding, il rendimento annualizzato lordo dell’8% è destinato a scendere al 7,7% il secondo annuo, al 7,43% il terzo e così via fino ad arrivare al 5,51% del 14° anno. Rendimenti che possono aumentare in caso di acquisto dell’obbligazione sotto la pari.
Europa vs USA: quali prospettive?
Essendo denominato in dollari, sia la quota capitale che il rendimento di questo bond sono, per un investitore in euro, direttamente correlati con l’andamento del cambio tra il biglietto verde e la moneta unica. Anche se le variabili in grado in influenzare il cambio più tradato al mondo sono numerose, indicativamente possiamo dire che nel lungo periodo a pesare sarà il dinamismo delle rispettive aree economiche, che finirà per influenzare anche le politiche monetarie delle rispettive Banche centrali.
Se nel 2013 il Pil aggregato dei Paesi europei era pari a circa il 90% di quello statunitense, oggi quella percentuale è scesa al 65% e, nelle condizioni attuali, nulla lascia pensare ad un’inversione di tendenza. Il Vecchio continente è alle prese problematiche congiunturali e strutturali di difficile soluzione, la frammentazione economica e politica non permette piani di ampio respiro, c’è poca attenzione all’innovazione ed i pochi tentativi di risvegliare il Vecchio Continente dal torpore si scontrano con la difficoltà di coordinare l’azione di 27 paesi distinti.
All’opposto, l’economia sull’altro lato dell’Atlantico viaggia spedita, tanto da impedire alla Federal Reserve di normalizzare il costo del denaro. Se guardiamo alle prime 20 aziende tecnologiche mondiali, o alle 100 migliori università, l’Europa è indietro su tutta la linea (e la continua fuga di cervelli dal Vecchio continente verso l’America è lì a testimoniarlo).
Le uniche realtà in grado di competere a livello di innovazione con quelle statunitensi sono cinesi, ma fare un confronto è particolarmente difficile a causa della difficoltà di valutare oggettivamente le realtà del Dragone.
Anche se nel giro di qualche anno la situazione potrebbe cambiare, il dollaro potrebbe continuare ad essere fortemente sostenuto, fornendo un extra-rendimento ai detentori di asset denominati in dollari.
Perché scegliere le obbligazioni?
Le obbligazioni sono destinate a svolgere un ruolo cruciale nei portafogli nei prossimi anni: i bond offrono rendimenti di tutto rispetto in un momento in cui le elevate valutazioni azionarie rendono particolarmente nervosi gli operatori.
Nel caso di discesa dei tassi o di scenari avversi sul fronte macroeconomico, i prezzi dei bond sono destinati a salire e questo ne rafforza il ruolo di componente di diversificazione e di stabilizzazione rispetto all’azionario nei portafogli.
Dalle serie storiche emerge come in periodi analoghi a quello attuale, l’obbligazionario ha generalmente offerto rendimenti più alti rispetto all’azionario e con minore volatilità.
Per entrambe le obbligazioni, si ricorda che il Valore nominale è protetto solo alla data di rimborso (anticipato o alla scadenza originaria) ed è soggetto al rischio di credito dell’emittente.
Per quanto riguarda l’obbligazione in dollari, l’investitore europeo deve tenere presente il rischio cambio. Una svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro, infatti, porterebbe ad una riduzione del rendimento, fino a renderlo potenzialmente negativo per un investitore in euro.
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