Nell’ultima settimana, lo spread tra i titoli emessi dal Tesoro tedesco e quelli con pari scadenza greci hanno confermato la parabola discendente degli ultimi mesi scendendo di quasi 20 punti base in area 140 pb. Rispetto ad un mese fa la contrazione è di quasi 50pb, nel confronto semestrale il calo è di circa 80 pb e sui 12 mesi la discesa è a tripla cifra (-116pb).
L’ultima spinta ribassista è arrivata dalla consultazione elettorale di domenica scorsa, che ha registrato l’affermazione di un centrodestra in grado di raccogliere oltre il 40% dei voti. A causa del fatto che la coalizione vincente non è in grado di formare una maggioranza di governo, tra circa un mese si tornerà alle urne, ma questa volta con un sistema elettorale che garantirà un consistente premio al partito più votato (probabilmente a beneficiarne sarà la Nea Demokratia del primo ministro uscente Kyriakos Mitsotakis).
Obbligazioni Grecia: rendimenti inferiori ai Btp a 10 anni
L’andamento dello spread Grecia-Germania è legato al rendimento del decennale targato GR che, dopo un picco sopra il 5% ad ottobre 2022, attualmente permette di ottenere il 3,88% annuo. Questo a dispetto del fatto che tutte le agenzie di rating collochino il rating di Atene in area “Non-investment-grade” (“BB+” per S&P Global e Fitch e “Ba3” per Moody's) e che Atene ha ri-iniziato a vendere bond agli investitori privati nel 2017, dopo 7 anni in cui il processo di risanamento le aveva impedito di accedere al mercato.
Il fatto che le piazze finanziarie, che sono abituate ad anticipare, stiano scontando il ritorno in area “investment-grade” dopo oltre 10 anni (con il nuovo governo che presumibilmente vedrà la luce in estate, potrebbe avvenire nel corso dell’autunno), non basta però a giustificare l’andamento sorprendente del decennale greco (che quando tornerà “investibile” sarà idoneo per gli indici dei titoli di Stato, attirando altra domanda e quindi innescando una nuova spinta ribassista per lo yield).
Per capirlo basta confrontarlo con il decennale italiano che, nonostante una situazione creditizia profondamente differente (investment-grade per le tre principali agenzie di rating mondiali), vede il rendimento attestarsi al 4,4%, per un differenziale Italia-Grecia in quota 50 punti base (lo sconto maggiore dal 1999).
Obbligazioni Grecia: ecco perché il rendimento è così basso
Se il confronto con i rendimenti dei decennali di Gran Bretagna (4,4%) e Stati Uniti (3,79%) conferma la significatività del dato greco, all’interno della Zona Euro i numeri relativi Spagna (3,57%) e Portogallo (3,24%), altri due Paesi che (come l’Italia) sono stati protagonisti della crisi del debito, ci riporta con i piedi per terra.
Se con il nostro Paese la Grecia condivide il peso del debito (144% rispetto al Pil nel caso di Roma, 171% in quello di Atene) e quindi soffre il ritiro delle misure di stimolo da parte della BCE, nel caso ellenico a favorire la discesa dei rendimenti c’è la scarsità di titoli pubblici sul mercato e la ridotta liquidità, che tende ad amplificare i movimenti.
Inoltre, c’è anche un discorso di prospettive: il rapporto debito/Pil scende quando a calare è l’indebitamento, quindi in presenza di un surplus di bilancio, ma anche quando a salire è la ricchezza prodotta. Nelle ultime previsioni di primavera, la Commissione europea ha stimato una crescita italiana che dal +3,7% del 2022 scenderà nei prossimi due anni all’1,2% ed all’1,1% mentre Atene nei tre anni di riferimento segnerà un +5,9, un +2,4 ed un +1,9 per cento.
Inoltre, e la riduzione del rendimento post-elezioni ne è la prova, una buona fetta del merito è riconducibile alla determinazione fin qui mostrata dal partito Nuova Democrazia, che i sondaggisti danno sicuro vincitore nelle prossime elezioni, nel portare avanti la disciplina fiscale ed il processo riformatore.