Investire sulle materie prime oggi è diventato quantomai interessante per gli investitori, visto il rally straordinario che le quotazioni hanno avuto sul mercato da circa 2 anni a questa parte. Dai minimi pandemici la gran parte delle commodities ha seguito un percorso ascendente con pochissime battute d'arresto, sospinte dalla carenza di offerta di fronte a una domanda in continua crescita per effetto della ripresa dalla pandemia.
Tra le materie prime che si sono messe maggiormente in luce vi sono quelle energetiche, ancor più dal 24 febbraio quando la Russia ha invaso l'Ucraina, innescando la reazione dell'Occidente con sanzioni durissime. L'attesa di una riduzione delle forniture dai 2 dei maggiori esportatori di gas e petrolio del mondo ha contribuito all'impennata dei prezzi. Il petrolio ad esempio recentemente si è spinto fino a 140 dollari al barile, livello massimo dalla Grande Crisi del 2008.
Cogliere il rally per gli operatori di mercato dunque è un'ottima opportunità, anche e soprattutto nell'ottica di protezione del portafoglio d'investimento. Al riguardo presentiamo uno degli indici più seguiti, il Rogers International Commodity Index (RICI), illustrando le caratteristiche peculiari e il funzionamento.
Rogers International Commodity Index: caratteristiche e funzionamento
Il RICI è un indice creato dall'imprenditore e investitore statunitense Jim Rogers nel 1996 ed è costituito da 38 contratti futures sulle materie prime quotati in 13 Borse internazionali. Per far parte del benchmark, una commodity deve svolgere un ruolo significativo nel consumo mondiale, sia riguardante i Paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo. Qualora un contratto venga negoziato in più di un mercato, sarà preferito quello più liquido in termini di volume e open interest.
Il benchmark è formato da 3 segmenti: il RICI Agricoltura, con un contributo all'indice del 34,9%; il RICI Energia, che partecipa per il 44%; il RICI Metalli che ha una presenza del 21,1% del totale. Il calcolo del Rogers International Commodity Index viene effettuato giornalmente in tempo reale.
All'inizio di ogni mese si ha inoltre il ribilanciamento verso i pesi iniziali, che sono determinati annualmente dal Comitato RICI. Da quando è stato creato, il benchmark ha subito poche modifiche ed è per questo che viene considerato il più stabile, coerente e trasparente tra tutti gli indici esistenti sul mercato che riproducono l'andamento delle materie prime.
RICI: ecco come investire nel fondo
Un modo per investire nel RICI è attraverso l'Elements Rogers International Commodity Index-Total Return ETN, emesso dal Governo di Svezia. Essendo un ETN, l'investitore si espone al rischio di credito da parte dell'emittente. Il fondo, quotato al NYSE, ha preso il via il 17 ottobre del 2007 e nel 2021 ha avuto un rendimento del 40%. Le commissioni di gestione del fondo ammontano allo 0,75%.
Un altro fondo per puntare sull'indice è il Market Access Rogers International Commodity Index UCITS ETF, creato l'8 maggio del 2006 e che ha reso il 53% l'anno scorso. L'ETF, quotato nelle Borse tedesca e svizzera, presenta una spesa di gestione dello 0,6%.