L'inizio di marzo sarà un banco di prova molto importante per il
petrolio, poiché
l'OPEC+ dovrà decidere se estendere i tagli all'offerta nel prossimo trimestre per sostenere i prezzi. In realtà, non è in programma una riunione formale, quindi le notizie al riguardo usciranno dalle dichiarazioni separate dei Paesi membri attraverso le varie agenzie. La prossima conferenza ufficiale del gruppo di Vienna è invece fissata per il 1° giugno.
In un contesto caratterizzato dal rallentamento della domanda della Cina, dall'aumento delle forniture statunitensi e dalle sanzioni varie imposte dall'Occidente alla Russia, il cartello ha finora stabilito una stretta di 2 milioni di barili al giorno fino al mese di marzo. In altri termini, se finora il greggio ha continuato a viaggiare nei dintorni di 80 dollari al barile, lo si deve alla politica rigorosa sulla fornitura messa in campo dei Paesi dell'OPEC allargato guidati dall'Arabia Saudita.
Riyadh ha affermato che ha bisogno di un prezzo di 90 dollari affinché sia profittevole l'estrazione e la vendita della materia prima. Mentre l'altro peso massimo dell'organizzazione, la Russia, necessita di quotazioni quanto più elevate possibili per sostenere le spese della guerra in Ucraina.
Se l'OPEC dovesse riportare l'offerta alle condizioni di normalità rischierebbe un tracollo dei prezzi, perché i mercati petroliferi globali sono già in eccesso. Inoltre, le previsioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia non sono molto incoraggianti per Arabia Saudita e soci. L'AIE ha affermato che il ritmo di crescita della domanda si è allentato bruscamente, mentre un'ondata di approvvigionamenti provenienti da Stati Uniti, Canada, Brasile e Guyana compensa alcuni shock attuali e futuri sul fronte dell'offerta.
Una questione dirimente potrebbe riguardare l'esacerbarsi dei conflitti in Medio Oriente, che rischia di innescare un blocco delle forniture dall'Iran. Tuttavia, fa da contrappeso la Cina, che è stata per anni il principale motore di crescita della domanda di petrolio al mondo. Pechino oggi sta affrontando una delle più impegnative sfide economiche degli ultimi decenni, che ha un impatto consistente sulla richiesta complessiva di oro nero.
Petrolio: cosa pensano gli analisti sui tagli dell'OPEC+
Come andrà a finire a marzo? Alcuni delegati dell'OPEC + hanno "spifferato" che l'estensione dei tagli all'offerta sia una cosa inevitabile, secondo quanto riportato da Bloomberg. Anche il principe ereditario dell'Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, aveva dichiarato qualche mese fa che le misure possono "assolutamente" essere prolungate.
Gli analisti confermano questa visione. "Dovranno estendere i loro tagli. L'offerta sta superando la domanda e, per mantenere stabili i prezzi, l'OPEC+ deve tenere il petrolio fuori dal mercato", ha affermato Bob McNally, presidente della società di consulenza Rapidan Energy Group.
Dello stesso parere è Tamas Varga, analista della società di brokeraggio PVM Oil Associates Ltd. "L'OPEC+ non ha altra scelta che estendere gli attuali tagli per evitare un tracollo", ha detto.
Amrita Sen, direttore della ricerca presso la società di consulenza Energy Aspects Ltd, è convinto che i tagli verranno estesi, ma non vede una grande pressione nei confronti dei produttori di petrolio. "Il surplus dell'offerta scomparirà" dopo il prolungamento, ha detto.