Il rally del palladio continua inarrestabile nel mercato delle materie prime e ora ha raggiunto quota 2.748 dollari l'oncia dopo un rialzo odierno del 3,5%. L'obiettivo del massimo storico a 3.019 dollari del maggio 2021 non è così lontano e tutto lascia pensare che, se la guerra Russia-Ucraina non verta verso una rapida risoluzione, tra poco vedremo prezzi del metallo in prossimità dei top. Da quando Putin ha invaso l'Ucraina gli investitori hanno cominciato a fare scorta di palladio, essendo che la Russia è uno dei maggiori produttori ed esportatori al mondo.
Con le sanzioni pesantissime che l'Occidente ha inflitto a Mosca, adesso vi è il pericolo sempre più tangibile che sul fronte opposto arrivino ritorsioni che mirano a frenare o cancellare del tutto la fornitura di palladio, con la conseguenza che le quotazioni potrebbero continuare a salire. Nel 2021 la Russia ha prodotto circa 74 mila kg di palladio, ovvero 2,4 milioni di once, il che equivale al 40% della produzione mondiale. Mosca si è collocata dietro Sudafrica nella classifica dei maggiori produttori, mentre ha ottenuto il primato nel 2020.
Palladio: quali effetti a livello industriale l'aumento dei prezzi?
Cosa comporterà questa crescita forsennata dei prezzi del palladio? L'effetto più immediato si vedrà soprattutto nel settore automobilistico, che è un grande utilizzatore del metallo. Secondo Shaun Murison, analista di mercato presso IG, il palladio sta diventando eccessivamente oneroso per l'industria delle auto e l'uso che se ne fa nei convertitori analitici alla fine costringe a passare a un altro metallo più conveniente come il platino. Infatti secondo l'United States Geological Survey, il 25% del palladio potrebbe essere sostituito benissimo dal platino nei convertitori diesel e addirittura il 50% in alcune applicazioni. Il problema è che la Russia è anche il secondo produttore al mondo di platino.
Johnson Matthey, multinazionale britannica di prodotti chimici speciali e tecnologie sostenibili, sostiene che vi siano indicazioni che mostrano come la crisi degli approvvigionamenti stia allentando. Ciò significa che vi è una ripresa a regime della produzione di veicoli leggeri che utilizzano convertitori catalitici per ridurre le emissioni per cui la domanda del metallo è alta.
Il punto ora è stabilire se la Russia adotterà forme di ritorsioni attraverso il palladio o meno. Perché nel caso le attuasse, l'aumento dei prezzi ulteriore potrebbe ostacolare fortemente la produzione creando interruzioni nella catena produttiva o addirittura la chiusura di alcuni stabilimenti in casi estremi qualora non dovessero essere più redditizi per gli alti costi sostenuti delle materie prime.
Secondo Murison è incerto se la Russia userà il palladio come arma di guerra, se non altro perché gas e petrolio hanno una maggiore risonanza e producono un effetto più importante. Tuttavia, se ciò dovesse avvenire il record storico del prezzo del palladio sarebbe facilmente alla portata.
Il problema arriverebbe però anche dall'Occidente, perché le sanzioni potrebbero andare a colpire direttamente le materie prime, per questo il commercio sarebbe inibito se non vengono stabilite delle esenzioni. Murison comunque prevede un'alta volatilità dei prezzi per via della continua tensione a livello geopolitico, con il rischio inclinato al rialzo.