Le quotazioni dell'oro oggi si sono stabilizzate intorno a 2.083 dollari l'oncia, ancora lontane dal record storico del 4 dicembre a 2.153,30 dollari. Il mercato sta rifiatando, dopo una corsa che quest'anno ha portato i prezzi a salire di circa il 14%. Il metallo giallo ha tratto vantaggio essenzialmente da due grandi venti favorevoli: il calo dei rendimenti obbligazionari e la debolezza del dollaro USA.
Il primo sconta le aspettative che
la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse nel 2024. Durante l'ultima riunione ufficiale, i funzionari della Banca centrale hanno annunciato tre sforbiciate di un quarto di punto ciascuno il prossimo anno, sebbene non abbiano dato una tempistica precisa di quando inizieranno con la prima misura. Il mercato però si spinge oltre, scontando sei tagli per un totale di 150 punti base. Inoltre, secondo le risultanze del FedWatch del CME, c'è una
probabilità dell'88% che la prima azione avverrà già a marzo. Solo un mese fa, il primo taglio a marzo era dato con una probabilità appena del 21%, il che denota come l'ottimismo per una svolta accomodante della Fed abbia avuto un'impennata. Ad ogni modo, rendimenti più bassi significano semplicemente che l'oro, che è un asset non redditizio, risulta meno svantaggioso in termini di costo-opportunità rispetto a un bene altrettanto sicuro che produce reddito come un titolo di Stato. Di conseguenza, ne aumenta la domanda.
Il calo del dollaro USA è l'altro elemento che sostiene il prezzo dell'oro, ma anche la debolezza della valuta è figlia di una diminuzione generalizzata dei rendimenti delle obbligazioni USA. Se gli asset espressi in dollari rendono di meno, la domanda per il biglietto verde scende e quindi le sue quotazioni si abbassano. Ne deriva che l'oro, essendo espresso in dollari, diventa meno costoso per gli operatori non americani, i quali aumentano la domanda facendo salire il prezzo. Infatti, secondo i dati ufficiali, sono aumentate di circa il 37% su base mensile le importazioni nette di oro fisico dalla Cina nel mese di novembre.
Oro: cosa aspettarsi per il 2024?
Con l'anno che verrà, in teoria l'oro ha tutte le carte in regola per continuare il suo percorso rialzista. In particolare se la sua veste di bene rifugio dovesse essere rafforzata dall'arrivo di una recessione nell'economia globale e dall'inasprimento delle tensioni geopolitiche con le guerre in corso. Probabilmente, prima di posizionarsi sulla materia prima, i mercati attendono segnali dai prossimi dati sul mercato del lavoro statunitense di inizio anno, ma anche dai rilasci riguardanti l'andamento della produzione americana.
"La mancanza di catalizzatori in un periodo di scarsa liquidità sta probabilmente mantenendo l'oro stabile. Il prossimo catalizzatore è probabile che provenga dagli indicatori anticipatori (ISM, PMI) e dal rapporto sull'occupazione all'inizio del 2024", ha detto l'analista di UBS Giovanni Staunovo. Riguardo le previsioni sulle quotazioni del metallo prezioso, l'esperto si aspetta un aumento nei prossimi 12 mesi, grazie a "dati economici più deboli e un'inflazione più bassa negli Stati Uniti che costringeranno la Fed a tagliare i tassi".