Le quotazioni dell’oro hanno virato al ribasso dopo aver toccato il massimo storico ieri, mentre i trader hanno tagliato le scommesse per il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve all'inizio del prossimo anno.
La Fed appare sulla buona strada per concludere il suo ciclo di rialzi del costo del denaro, ma con un sfida in arrivo su quando e come segnalare un eventuale inizio dei tagli e a che velocità. Gli operatori stimavano con una probabilità del 57% un taglio dei tassi entro marzo, in calo dal 63% di venerdì, secondo il CME FedWatch Tool.
I dati usciti la scorsa settimana hanno sottolineato il raffreddamento delle pressioni inflazionistiche e un mercato del lavoro nel Paese che si sta gradualmente allentando, rafforzando l’ipotesi di un taglio anticipato dei tassi di interesse.
I trader ora sono in attesa dei dati sul mercato del lavoro USA che verranno pubblicati venerdì nel primo pomeriggio, i quali potrebbero aiutare a valutare meglio le future mosse della Banca centrale USA. In questo contesto, vediamo ora come operare sull’oro secondo l’analisi tecnica da qui a fine anno.
Materie prime, oro: analisi tecnica e strategie operative
Il quadro tecnico dell’oro (future scadenza dicembre 2023) rimane ancora impostato al rialzo nel breve termine, in particolare dai minimi segnati a inizio ottobre in area 1.820 dollari l’oncia, nonostante il forte movimento correttivo registrato ieri.
La struttura rimarrà orientata al rialzo fino a quando verrà difeso il supporto dinamico espresso dalla linea di tendenza che conta i minimi segnati il 6 ottobre e il 13 novembre, ora transitante in zona 2.000 dollari l’oncia. Analizziamo anche le indicazioni della stagionalità tramite la piattaforma Forecaster, per cercare di capire quale potrebbe essere l’andamento da qui a fine mese.
Come si può notare, la stagionalità – calcolata su diversi archi temporali - indica nel complesso una fase ribassista da qui a metà mese, con un minimo evidente al 15 dicembre. Da quel momento la stagionalità farebbe privilegiare un’operatività rialzista fino a fine gennaio.
A livello operativo si potrebbero quindi sfruttare eventuali segnali di forza in prossimità dei supporti a 2.020 e a 1.980 dollari con target a 2.100 dollari l’oncia. La rottura di quest’ultimo livello potrebbe trasportare i corsi al test dei minimi di metà novembre a 1.935 dollari l’oncia, ma in questo caso il quadro tecnico verrebbe compromesso a favore dei venditori nel breve termine.