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Ieri il prezzo spot del petrolio WTI è sceso sotto zero in coincidenza con una serie di eventi tecnici e di mercato che hanno creato una quotazione senza precedenti
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In realtà il contratto Future a 1 mese quota 20$ al barile e il record di ieri è stato generato da fattori prevalentemente tecnici
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Spieghiamo anche perchè l'ETN quotato sul mercato non ha perso così tanto come il prezzo spot del petrolio
Nella giornata di ieri una serie di convergenze negative si sono abbattute come un ciclone sul prezzo del petrolio e sui prodotti ad esso correlati, soprattutto ETP come gli arci noti e richiestissimi in questi giorni WisdowTree Crude Oil (CRUD). Ieri il contratto Future di maggio in scadenza è sceso di prezzo addirittura sotto lo zero, ma i prodotti che teoricamente avrebbero dovuto replicare il prezzo del petrolio in realtà non sono andati oltre il 6-7% di perdita. Come mai? Al di là del fenomeno “tecnico”, il motivo di tutto questo si chiama l’ormai arcinoto (ed arcidannoso nel lungo periodo) costo di rolling. WisdomTree ha una eccellente pagina educational dove spiega questo fenomeno e di cui riporto un estratto. Anche sul canale YouTube di Investire.biz è possibile trovare un utile video di spiegazione sul rollover di un contratto Future sul petrolio.
I contratti acquistati possono essere più cari rispetto ai contratti venduti, questo comporta un’ulteriore perdita per l’investitore in Future su materie prime. Questa tendenza di mercato è nota come "contango" e la differenza di prezzo è di solito chiamata "rendimento roll". Quest’ultimo è inglobato nel calcolo del valore dell’indice e ha un’incidenza negativa sul valore dello stesso. Abbastanza evidente cosa succede in momenti di supercontango come quelli attuali dove la differenza tra il contratto in scadenza a dicembre e lo spot attuale sul WTI è di oltre 25 dollari al barile.
L’attuale ETP CRUD infatti ha come sottostante l’indice Bloomberg WTI Crude Oil Subindex Total Return e questo indice ha già effettuato da alcuni giorni il rolling sul contratto successivo. Nello specifico il contratto sottostante è il luglio 2020 con scadenza giugno che vede attualmente un prezzo di 27$ al barile. Nella giornata di lunedì la perdita di questo contratto è stata nell’ordine del 6%, esattamente come l’ETP CRUD quotato a Milano. Ecco perché l’ETP non ha perso in modo così clamoroso nella giornata di lunedì (il contratto benchmark non è quello più pubblicizzato dai media), ma ecco anche che si materializza la possibilità che una blanda convergenza nelle prossime settimane del prezzo spot del petrolio (attualmente a zero) verso il prezzo futures con scadenza più avanti si traduca nell’assenza di guadagno per l’investitore o addirittura in una perdita.
Crollo petrolio: alle spalle diversi fattori negativi, tutti insieme
I fattori negativi si sono comunque materializzati in modo eccezionale tutti insieme. Al super contango, ovvero ad una differenza di prezzi tra contratti future e spot mai vista prima, con lo spread tra il contratto scadenza giugno e quello maggio appena scaduto di oltre 20 Dollari (la media storica tra spot e future a 1 mese solitamente è di 40-50 centesimi), si è aggiunto l’imbuto di una marea di trader che si sono precipitati tutti assieme sul cambio contratto in scadenza con quello successivo creando volatilità. Il blocco globale dei consumi a fronte di un’offerta che non si è ancora adeguata alla nuova realtà nonostante il recente taglio di quasi 10 milioni di barili, ha fatto il resto. Offerta abbondante che a questo punto aumenta anche i costi di stoccaggio (altra componente di costo di un ETF su commodities poco considerata dagli investitori) poiché si stanno ammassando scorte enormi che non trovano sbocco sul mercato fisico.
Problemi su problemi anche per i Governi occidentali (minor consumo e quindi minori accise ma anche minor gettito IVA per la parte variabile legata al prezzo dell’energia) che quanto meno hanno il sollievo di mettere nelle tasche dei cittadini denaro fresco tradotto in più bassi costi della bolletta energetica. Problemi più grossi anche per i Paesi produttori, soprattutto emergenti come Russia, Brasile, Messico e tutto il Medio Oriente, fortemente dipendenti dall’oro nero e quindi con meno disponibilità di risorse pubbliche per finanziare il deficit di bilancio.
Insomma questo petrolio sta creando scompensi tra Governi consumatori, produttori ed investitori. Non ho assolutamente idea della direzione futura del prezzo del petrolio anche perchè abbiamo assistito ad un evento eccezionale. Il consiglio che vi posso dare è non cercate mai di prendere il coltello mentre cade e soprattutto cercate sempre di comprendere in quale strumento state investendo.