Stando ai risultati emersi da un recente studio pubblicato sulla rivista “Nature”, i macrofenomeni climatici conosciuti con i nomi di El Niño e La Niña potrebbero diventare sempre più frequenti. Prima di vedere come questi fenomeni climatici finiscono per ripercuotersi sui mercati finanziari, proviamo a capire di cosa si tratta.
Cosa è El Niño
Coprendo circa un terzo della superficie terrestre, l’Oceano Pacifico gioca un ruolo di rilievo nell'andamento climatico del pianeta. Le fluttuazioni delle temperature dell'acqua e dei venti oceanici costituiscono una delle principali forze motrici del clima globale.
"El Niño" è un fenomeno meteorologico periodico caratterizzato dall'aumento anomalo della temperatura della superficie dell'oceano Pacifico equatoriale. Si verifica quando le normali correnti oceaniche e i venti nell'area si indeboliscono o si invertono, influenzando le condizioni climatiche globali.
Gli effetti comprendono piogge intense in alcune regioni (come l'America centrale) e siccità in altre (come l'Australia), cambiamenti nei modelli di precipitazioni, e impatti su agricoltura, pesca e risorse idriche. L'opposto di El Niño è chiamato "La Niña", caratterizzato da temperature dell'oceano più fredde del normale.
Cosa significa il ritorno di El Niño per le materie prime?
Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), le probabilità che El Niño si protragga nella seconda metà del 2023 sarebbero del 90%. Causando ondate di calore e siccità, è probabile che lo sviluppo di El Niño amplifichi gli effetti negativi del cambiamento climatico nella regione Asia-Pacifico, in Africa meridionale e orientale e nelle Americhe.
Caratterizzate da una marcata stagionalità (per valutare la tendenza di un mercato a comportarsi in un modo specifico in una dato periodo dell'anno è possibile visitare il sito Forecaster.biz), le colture agricole devono per forza di cose fare i conti con il contesto meteorologico. “Se -ha rilevato Aneeka Gupta, direttore della ricerca macroeconomica di WisdomTree - l'evento meteorologico dovesse intensificarsi, potrebbe favorire l'aumento dei prezzi di cacao, olio di soia, zucchero e cereali. Viceversa, potrebbe causare un calo dei prezzi di cotone e caffè”.
L’esperto di WisdomTree ha analizzato i prezzi delle materie prime agricole nel corso degli ultimi 11 episodi di El Niño: “in 8, 6 mesi dopo l'inizio di El Niño, il grano, l'olio di soia e il cacao hanno registrato un aumento medio rispettivamente pari al 14%, 6% e 16%. In 9 degli ultimi 11 eventi, i prezzi dell'olio di soia e del cacao sono saliti”.
Poco olio di palma? Gli operatori puntano su quello di soia
Secondo quanto riportato dall'agenzia meteorologica Badan Meteorologi Climatologi (BMKG), circa il 40% dell'area indonesiana dedicata alla palma da olio ha registrato precipitazioni inferiori alla norma a giugno 2023. La BMKG ha inoltre indicato che i modelli meteorologici di El Niño sono di intensità “da debole a media” e si prevede che raggiungeranno il picco tra agosto e settembre 2023.
“La carenza di olio di palma tende a ripercuotersi sulla domanda di prodotti sostitutivi come l'olio di soia”, evidenzia Gupta. Tenendo conto delle ostilità tra Russia e Ucraina, “potrebbero aggravare la situazione delle forniture di olio alimentare e cereali a livello globale”.
Cacao: anche quest’anno il mercato dovrebbe registrare un deficit
Il ritorno delle condizioni provocate da El Niño favorisce il prezzo del cacao, poiché il fenomeno meteorologico tende a portare caldo e siccità in Africa occidentale (dove si concentra gran parte della coltivazione di questa soft commodity) nei mesi più importanti per la coltivazione.
Inoltre, quest'anno i coltivatori hanno segnalato la presenza della malattia chiamata "Black Pod", che provoca l'annerimento e la putrefazione dei baccelli di cacao. “Nella stagione 2023/2024, il mercato del cacao dovrebbe registrare un deficit per il terzo anno che dovrebbe sostenere i relativi prezzi”.