In un momento nel quale sembra che l’attenzione di tutto il mercato vada su Bitcoin e criptovalute annesse quale nuove riserve di valore, l’oro sta passando un po’ nel dimenticatoio perdendo qualche dollaro per strada giorno dopo giorno. Gli hedge fund stanno rapidamente smontando le loro posizioni lunghe che in primavera avevano generato un record di net long tale da spingere il prezzo del metallo giallo oltre i 2.000 dollari l’oncia. Un valore più alto del massimo raggiunto nel 2011.
Un picco toccato ad agosto che guarda caso aveva coinciso con il minimo sui tassi decennali americani a 0,5%. Poi la ripresa dell’occupazione si è mescolata ad una maggiore inclinazione nella curva dei rendimenti con un bond governativo a 10 anni emesso dagli USA in grado di offrire un rendimento prossimo al 1%. E quando i tassi salgono (soprattutto quelli reali) l’acido lattico colpisce la corsa del metallo giallo che di fatto ripiega come sta facendo ora.
Ma siamo quindi a fine corsa per il bene rifugio per eccellenza? Oppure siamo di fronte ad una migrazione epocale dal prezioso alla prima criptovaluta per capitalizzazione quale riserva di valore? Questa seconda affermazione potrebbe avere un fondo di verità se osservassimo la grande divergenza degli ultimi due mesi sui prezzi. Bitcoin su, oro giù.
Ma il bene rifugio capitalizza a livello mondiale 30 volte il valore della moneta digitale e seppur la parabola ascendente della criptovaluta è stata incredibile, sul metallo prezioso non si è assistito ad un calo di proporzioni bibliche. Direi piuttosto un normale aggiustamento di mercato all’interno di un bull market ancora solido che richiede un po’ di tempo per essere digerito. E questa fase a mio modo di vedere è in atto e potrebbe preludere ad un altro movimento importante, quello del ribasso del dollaro americano.
Non è un caso infatti che EUR/USD continua a stare vicino, troppo vicino alle resistenze di 1,19/1,20. Si aspetta la BCE ma la sensazione è che basti poco per far decollare il rapporto di cambio più scambiato del pianeta. Ed ecco quindi che per l’oro potrebbe arrivare di nuovo un momento di gloria.
Oro: analisi tecnica e strategie operative
E cosa mi fa pensare questo? Il disegno tecnico sembra proprio quello di una correzione in corso sull’oro. Il primo troncone di calo da 2.060 a 1.850 dollari si è sviluppato in tre onde, quindi non è stato impulsivo. Attualmente sembra essere partito il terzo step del ribasso (quella che gli amanti delle onde di Elliott chiamano onda C).
Le due gabe di ritracciamento si eguagliano a 1.750 dollari, ma già a 1.820 dollari potremmo trovare una proporzione di Fibonacci interessante essendo la seconda discesa pari al 61,8% la prima. Infine sempre a 1.820 dollari troviamo il 38,2% di ritracciamento del movimento bullish partito a marzo mentre a 1.750 dolalri il 50%.
Inoltre, ciliegina sulla torta la media mobile a 200 giorni che transita a 1.800 dollari. Sintetizzando possiamo dire che tra 1.750 e 1.820 dollari l’oro possa essere comprato. Se il trend è ancora vivo e vegeto questa sarà una bella finestra di ingresso. Se la teoria è sbagliata uno stop loss ben posizionato eviterà disastri finanziari sui nostri accounti di trading.