Dopo un 2022 catastrofico, nel 2023 Wall Street è tornata a registrare forti guadagni: dal 1° gennaio 2023 ad oggi l'indice S&P 500 è aumentato del 17% a 4.501,89 punti, entrando in un mercato rialzista dai minimi di ottobre a 3.490 punti. Ricordiamo che un mercato è definito rialzista quando dal punto più basso di periodo guadagna oltre il 20%.
Negli ultimi giorni c'è stata un po' di turbolenza, ben evidenziata dal risveglio della volatilità (Wall Street: VIX ai massimi di 2 mesi, cosa significa per le azioni?). A creare movimento sono stati soprattutto alcuni dati macro dell'economia americana, che hanno mostrato ancora un Paese in salute alimentando le aspettative che la Federal Reserve possa ancora alzare i tassi d'interesse. Anche il downgrade del debito USA da "AAA" ad "AA+" da parte dell'agenzia di rating Fitch ha contribuito a mettere sotto pressione il mercato azionario.
Ad agosto però solitamente non sono attesi grandi movimenti di mercato, perché i volumi calano drasticamente.
Wall Street: cosa succede di solito a settembre
Il mese di settembre invece potrebbe raccontare un'altra storia. E se proprio la storia è una guida, gli investitori hanno poco da stare sereni. Secondo i dati del Dow Jones Market Data, dal 1928 ad oggi,
a settembre l'S&P 500 è sceso in media dell'1,1% diventando il mese peggiore per il mercato azionario. Non è soltanto questione di performance. Anche se si considera il numero di volte in cui l'indice è aumentato, a settembre vi è il record negativo con meno del 45% delle volte (per consultare le serie storiche degli strumenti finanziari è possibile consultare il sito
Forecaster.biz).
Tutto ciò ha fatto parlare di "effetto settembre" negli ambienti finanziari. Qual è il motivo? In realtà, una ragione vera e propria non c'è. Secondo Jay Hatfield, Amministratore delegato di Infrastructure Capital Advisors, in questo mese mancano i driver per spingere in alto le azioni. Ad esempio non vi sono trimestrali di rilievo che fungono da catalizzatori. "La teoria di base è che le buone notizie provengono quasi sempre dalle aziende e le cattive notizie provengono da eventi casuali. E il recente declassamento del debito USA da parte di Fitch è un esempio", ha dichiarato.
Wall Street: 4 segnali d'allarme
Quindi bisogna aspettarsi vendite il prossimo mese? Ragionando più in termini razionali e facendo meno affidamento alle statistiche, il quadro complessivo presenta parecchie zone d'ombra. È vero che quest'anno i mercati sono stati straordinariamente resilienti a numerosi venti contrari, come lo spettro di una recessione, la crisi bancaria, il calo degli utili societari e le infinite discussioni sul tetto al debito USA. Non si può negare però che alcuni segnali che il rally possa perdere slancio si fanno sempre più intensi.
Ad esempio, i multipli cominciano a essere eccessivi. L'S&P 500 è scambiato a 19,4 volte i guadagni attesi, ben al di sopra della media storica di 17,7 volte.
Un altro segnale deriva dai rendimenti dei Treasury Bond decennali arrivati al livello più alto di quasi un anno, il che rende meno attraenti le azioni a vantaggio delle obbligazioni. Questo è avvalorato dal fatto che la Fed potrebbe anche non alzare più i tassi d'interesse ma tenerli elevati più a lungo di quanto si pensi.
Anche sul fronte della crescita, occorre cautela. Nel secondo trimestre il PIL USA ha accelerato rispetto al primo, ma probabilmente ancora gli effetti delle strette della Fed sui tassi si devono sentire sull'economia e, quando avverrà, ci saranno verosimilmente ripercussioni sui mercati azionari.
Infine, vi è da considerare il tema dell'intelligenza artificiale. Finora la nuova tecnologia ha guidato i rialzi a Wall Street, ma chi può assicurare che non si tratti di una bolla destinata a esplodere?
Tutte queste incognite necessitano di una schiarita che solo il tempo potrà dare. Intanto, forse è meglio tenere alta la guardia.