Il destino delle azioni globali potrebbe essere legato alla politica monetaria della
Federal Reserve nei prossimi mesi. Ne sono convinti gli strategist di HSBC Holdings, secondo cui potrebbe mettersi in atto un
rally del 10% per l'indice FTSE All-World se la Banca centrale americana dovesse diventare più accomodante evitando all'economia USA una recessione. "Se la Fed riuscisse a progettare un atterraggio morbido, ciò implicherebbe un notevole rialzo per le azioni", ha scritto in una nota un team di HSBC guidato da Alastair Pinder.
L'istituto finanziario britannico sottolinea che in media l'indice
S&P 500 ha guadagnato il 22% in passato tra quando l'autorità monetaria ha sospeso per la prima volta i rialzi e 6 mesi dopo che ha iniziato a tagliare. I rischi potrebbero derivare da tassi di interesse alti più a lungo, dal rallentamento oltre il previsto dell'economia cinese, dai tumulti geopolitici e dalle turbolenze derivanti dalle elezioni statunitensi. Tuttavia, "i rischi sembrano meglio prezzati dopo il recente calo dei mercati azionari", hanno rilevato gli esperti.
Quindi, potrebbe essere giunto il momento di puntare sulle azioni? Per il team di HSBC la risposta è affermativa, con la tecnologia e i beni di consumo discrezionali in prima fila.
Azioni globali: cosa guida gli acquisti del mercato
Le previsioni di HSBC sulle azioni globali sono in armonia con quanto è successo sui mercati negli ultimi tempi. La scorsa settimana Wall Street ha visto la migliore performance settimanale dell'anno per l'indice S&P 500, salito del 5,85%. Gli investitori si sono entusiasmati dopo che la riunione della Fed del 31 ottobre - 1 novembre ha alimentato le speranze che il picco dei tassi sia stato raggiunto e che presto potrebbe arrivare l'accomodamento monetario tanto atteso.
I dati sull'occupazione americana di venerdì scorso hanno rafforzato il sentiment degli operatori, in quanto hanno mostrato un
raffreddamento del mercato del lavoro. Questo è uno dei principali parametri che segue la Fed per decidere se ammorbidire la mano sui tassi. Un calo del tasso di disoccupazione e dei nuovi posti di lavoro creati fa abbassare il rischio di un risveglio dell'inflazione. Soprattutto è il segnale di un rallentamento dell'economia che il
FOMC cercava con la serie di strette attuate da marzo 2022.
L'analisi degli strategist non è in linea con quella di Marko Kolanovic, analista di JPMorgan Chase, che considera gli acquisti di questi giorni delle azioni come frutto di un comportamento istintivo degli operatori. Stride anche con le considerazioni di Michael Wilson di Morgan Stanley secondo cui il rally attuale è inserito in un mercato ribassista (
Wall Street: per Morgan Stanley il mercato rimane ribassista).