La strategia Aristocrats si basa sulla selezione di società con determinate caratteristiche di politica dei dividendi. Questa metodologia (di cui abbiamo già parlato in merito agli ETF SPDR in un precedente articolo) è stata premiante dall’inizio di questo 2022 tormentato.
Riprendo uno dei passaggi scritti in precedenza per rimettere al centro dell’attenzione dei lettori la peculiarità degli ETF Aristocrats: "In sintesi non vengono selezionate le società a più alto dividendo, bensì quelle che all’interno dell’indice S&P 500 hanno visto incrementare i propri dividendi negli ultimi 20 anni con un peso massimo per azione del 4%. Quello che conta è quindi la virtuosità della società non l’elevato dividend yield che potrebbe essere stato frutto di un evento straordinario e quindi non necessariamente specchio di una società gradita dal mercato" ( qui un paper di SPDR che spiega in dettaglio la strategia)
ETF sui Dividend Aristocrats: ecco come stanno andando nel 2022
Ma come sono andati gli Aristrocrats nel 2022? L’aspetto interessante di questa strategia smart beta è che in un’annata dove sta perdendo più o meno tutto, queste società non hanno perso, anzi in alcuni casi hanno addirittura guadagnato. Merito certamente della loro natura “value” che li differenzia rispetto ad altri ETF più sbilanciati verso società orientate alla crescita ma con fondamentali meno attraenti.
Il flashship di SPDR, lo US Aristocrats, da inizio 2022 è addirittura invariato, con una over performance del 13% rispetto al tradizionale S&P 500. Ma anche la versione euroea, SPDR S&P Euro Dividend Aristocrats, fa meglio di almeno 5 punti percentuali rispetto al più conosciuto EuroStoxx 50, pur con una performance negativa da inizio anno.
Le 119 società che compongono attualmente lo US Aristocrats, oltre ad offrire dividendi sopra la media, hanno una maggiore concentrazione su settori come industriali, ciclici, finanziari e utilities. Oltre i due terzi del portafoglio sono infatti focalizzati su temi catalogati come value e difensivi. La tecnologia, che invece rappresenta da sola un quarto dello S& P500, nel mondo Aristocrats pesa per appena il 3%.
Ecco spiegato perché ha fatto meglio del principale indice di Borsa USA e perché a distanza di 5 anni lo stesso Aristocrats è distante quasi 20 punti. Lo stesso ragionamento vale per l’ETF aristocratico europeo. Qui le società comprese nel paniere sono molte meno e gli anni di crescita ininterrotta dei dividendi inferiore (10 anni). Le 40 società che compongono lo strumento hanno una diversificazione settoriale un po' diversa rispetto alla versione americana. I cinque settori dominanti con pesi dal 14% al 18% sono utilities, farmaceutici, finanziari, materials e industriali. Inesistente anche qui la tecnologia.
Un portafoglio ben diversificato deve avere una varietà di stili per poter gestire al meglio fasi come quella che stiamo vedendo. Non deve essere un investimento esclusivo, ma lo stile value è sicuramente ben coperto da una strategia come quella degli aristrocratici del dividendo.