Il Giappone rappresenta uno di quei Paesi che a livello azionario ancora fatica a scrollarsi di dosso la bolla immobiliare degli anni ’90, quando le quotazioni dei listini nipponici arrivarono a prezzare multipli molto elevati. Solo nel 2021 i principali indici di Borsa hanno recuperato i valori del secolo scorso.
Tutto questo con una politica monetaria che ormai da un ventennio vive in un perenne stato di accomodamento con tassi a zero e deflazione cronica. Perfino oggi, nel mondo dell’inflazione più strutturale come l’ha definita Jerome Powell, in Giappone l’ultimo dato di prezzi al consumo ha fatto registrare un incremento dello 0,1% su base annua.
Con l’aiuto di una politica monetaria che rimarrà ultraespansiva almeno fino al 2024 e con nuove massicce misure di stimolo economico messe a terra dal nuovo Governo, la Nazione potrebbe però essere la sorpresa del 2022. Nel tentativo di rimediare al disastro del precedente esecutivo, il Premier Fumio Kishida ha spinto sulle vaccinazioni.
Investimenti: è arrivato il momento di guardare al Giappone?
Il Governo ha dimostrato anche una certa sensibilità verso i giovani, erogando denaro una tantum ai cittadini minorenni. Il pacchetto di misure dovrebbe aumentare il PIL dei prossimi anni fino al 10%. La questione energetica tutto sommato tocca di striscio una Nazione che sul nucleare ha costruito una sorta di indipendenza pur pagando qualche anno fa terribili conseguenze.
Nel 2021 però il Giappone non ha fatto faville. L'investitore europeo ha raccolto “solo” il 9% di profitto al termine di un'annata dove l'indice MSCI World ha raccolto quattro volte di più. Ma è arrivato il momento di guardare oltre e soprattutto a quali strumenti si possono utilizzare per coprire un eventuale investimento nella Borsa giapponese.
Il Paese del Sol Levante è un mercato affascinante e ricco di storia, preda di una deflazione cronica e negli ultimi tempi annebbiato dalla concorrenza asiatica cinese. Il nuovo Governo ha varato un piano di stimoli imponente. L’indice MSCI Japan solo nel 2021 ha recuperato i massimi del 2007 e le valutazioni non sono assolutamente care. Gli strumenti a disposizione dell’investitore quotati sul mercato non mancano, vediamone alcuni.
Investire nel Giappone con gli ETF
L’indice MSCI Japan ha un rapporto prezzo utili non certo elevato, pari a 16. Stesso discorso per il rapporto tra prezzo e valore di libro a 1,5. Questo paniere è inoltre quello più replicato nei tantissimi ETF quotati in Italia a tema Giappone. Ne abbiamo contati 31 con capitalizzazione maggiore di 100 milioni di euro.
iShares Core MSCI Japan e Xtrackers MSCI Japan fanno la parte del leone con masse amministrate di 4 miliardi di euro per primo e di 2 miliardi di euro per il secondo. Xtrackers offre poi l’equivalente indice in versione ESG sempre con AUM di 2 miliardi di euro. Per trovare un indice di replica diverso dobbiamo andare su Vanguard, che tramite il FTSE Japan ha già raccolto 1,8 miliardi di euro.
Xtrackers Nikkei è un prodotto che quest’anno ha pagato dazio per oltre 5 punti rispetto ai tradizionali MSCI. Altro paniere particolarmente interessante per chi volesse investire in Giappone è il più completo Topix offerto da Lyxor con ETF dedicato da 1 miliardo di masse.
Non manca da parte di iShares l’offerta di uno strumento a cambio coperto (versione EUR hedged) che permette di eliminare una variabile solitamente penalizzante per gli investimenti nel mercato giapponese, quella del cambio. Scendendo ancora nella graduatoria troviamo un ETF di iShares che replica l’indice MSCI Japan Small Caps, ottimo diversificatore di portafoglio per chi punta all’area nipponica.
In termini di costo Amundi offre con i suoi indici Prime un ETF veramente conveniente a 5 punti base di spese correnti per anno, ma anche Xtrackers Nikkei è poco costoso con appena 9 punti base di spese annue. Tra i più onerosi ETF troviamo invece gli strumenti emessi da iShares con cambio coperto (0,64%) e a distribuzione (0,59%).