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Il boom dei fondi tematici è stato ancora una volta un fenomeno che è andato di pari passo con la crescita dei mercati azionari
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Pochi sono però i fondi tematici che raggiungono una massa critica
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Quando si compra un tematico sono almeno tre i rischi in cui si incorre: scarsa capitalizzazione e quindi rischio chiusura, costi e alta probabilità di non battere un semplice azionario mondiale
Nelle settimane scorse è stato pubblicato uno studio molto interessante da parte del direttore della ricerca globale su ETF di Morningstar. L’argomento trattato ha riguardato i tre rischi che ogni investitore si prende quando compra dei fondi tematici.
Prima della grande correzione legata alla crisi per il Coronavirus fondi ed ETF tematici sono stati al centro dell’attenzione degli investitori per tutta una serie di motivi, primo fra tutti il desiderio di catturare in anticipo il ciclo di rialzo secolare di un certo settore di business. Demografia, robotica, ambiente, cannabis, blockchain e chi più ne ha più ne metta. Su queste pagine abbiamo parlato in diverse occasioni degli strumenti disponibili sul mercato per cavalcare queste tendenze spendendo relativamente poco grazie agli ETF.
La ricerca si è concentrata sui fondi tematici commercializzati negli Stati Uniti che negli ultimi 5 anni hanno quadruplicato le masse arrivate a quota 30 miliardi di Dollari. Molto interessante la statistica dalla quale emerge come i fondi tematici tendono a svilupparsi in modo sempre più massiccio man mano che le performance del mercato azionario diventano positive. I casi del 1999-2000 e 2007-2008 sono emblematici quando i tematici lanciati superarono in ognuno di questi anni i 10 miliardi di dollari.
Ma attenzione a quello che succede dopo. Nei 2-3 anni successivi il massimo toccato dal mercato azionario le liquidazioni dei prodotti prendono il sopravvento sulle aperture a causa di troppi fondi sottocapitalizzati. Solitamente entrano in questa categoria prodotti con meno di 100 milioni di asset under management le cui strategie non hanno fatto presa tra gli investitori e che pongono a rischio la vita del prodotto stesso negli anni successivi.
Probabilmente il 2019 ha rappresentato lo zenit per i tematici con solo 8 fondi che hanno asset eccedenti il milione di Dollari e che controllano la metà del totale del mercato dei tematici. La tecnologia è il tema più popolare e, con un peso del 60% del totale, questo fenomeno risulta anche confermato dal fatto che tre quarti dei tematici in circolazione hanno uno stile growth.
Passando ai costi, i tematici tendono a mostrare commissioni superiori ai non tematici. Sia lato prodotti passivi, dove mediamente i tematici costano 15 punti base in più, sia lato attivi dove l’extra costo è più modesto e pari ad 8 punti base.
Chiudiamo con le performance. Mettendo a confronto i tematici con un classico MSCI World, risultano pochi quelli che hanno saputo battere l’indice in termini di rapporto performance/rischio. Nessuno ha catturato rendimenti più alti a fronte di volatilità più bassa.
Ricapitolando quindi possiamo dire che i tematici rappresentano dei fenomeni molto modaioli che trovano la loro massima esposizione durante i periodi di forte rialzo dei mercati azionari. Il primo rischio è quello di incappare in prodotti poco diversificati ed incapaci di raggiungere masse critiche. Il secondo è quello di pagare di più per un prodotto (terzo rischio) che in termini di rapporto rendimento rischio difficilmente batte un indice azionario mondiale generico.