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Appena un terzo è stata la misura del ritracciamento compiuto dall'indice MSCI World Financial dopo il crollo di marzo
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Il settore dei finanziari sta subendo i rumors di tassi negativi in arrivo anche negli Stati Uniti
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La redditività del settore è sempre più compromesso ed all'orizzonte si intravedono cambiamenti epocali del business bancario
C’è un settore che non ha praticamente partecipato al maxi rimbalzo di aprile. Stiamo parlando del settore finanziario facilmente replicabile da qualsiasi investitore tramite uno degli ETF World Financial quotato sul mercato. Prima di andare a vedere la situazione grafica, giova però ricordare quali sono le motivazioni che hanno generato un modesto rimbalzo pari ad appena un terzo del movimento ribassista di marzo. Un rimbalzo soft ormai in buona parte riassorbito.
Naturalmente molto pesato sulle banche americane, questo settore non solo sta subendo la grande crisi recessiva del Covid-19, non solo soffre il rallentamento economico e quindi anche dell’attività tradizionale di prestito del denaro a imprese e cittadini, ma ora teme che in America come in Europa i tassi negativi diventino molto presto una realtà. E pensare che a dicembre 2018 la FED ragionava ancora di tre aumenti di tassi nel 2019. Ora invece con i tassi a zero Powell è stato costretto a escludere, per il momento, i tassi negativi negli Stati Uniti. Una proposta lanciata da Trump che il Governatore della Federal Reserve ha escluso come attuabile prima di una retromarcia che ha galvanizzato i mercati sotto forma di "numerose armi monetarie a disposizione", dichiarato dal Presidente della FED.
Se però osserviamo alla parabola dei tassi di interesse (Trump chiese a gran voce tassi a zero, Powell si oppose), non mi sento affatto di escludere uno scenario di tassi negativi che ormai tutto il mondo occidentale ha abbracciato. Veleno per gli istituti creditizi che vedrebbero compresso ancora di più il proprio margine di interesse e quindi la possibilità di fare utili.
Un settore value direbbe qualcuno, settore che però continua a pascolare sui valori di 25 anni fa. Segno dei tempi e di un business forse non destinato all’estinzione ma al cambiamento di sicuro. Le banche dei prossimi 10 anni difficilmente saranno quelle che stiamo vedendo ora.
Chi volesse cimentarsi nell’avventura di comprare uno dei settori certamente più a buon mercato del listino può scegliere tra diversi ETF. La mia scelta è caduta su quello di SPDR World Financial. Un paniere di titoli che prezza 10 volte gli utili e con un rapporto tra prezzo e valore di libro inferiore all’unità. ETF con un dividend yield molto interessante e superiore al 4%.
Gli Stati Uniti pesano per il 50%, mentre il resto del portafoglio è suddiviso tra aree mondiali ben diversificate con Canada, UK e Giappone che fanno un altro 20%. Tra le azioni più pesanti, ai primi due posti troviamo JpMorgan e la Berkshire di Warren Buffett. Seguono Bank of America e Wells Fargo. Un bel gruppo di società apparentemente solide del business americano, influenzate comunque da un ciclo economico nazionale ed internazionale caratterizzato da grande incertezza.
La curva dei rendimenti americana è da qualche mese leggermente inclinata posivamente, ma serve di più per rendere profittevole il business bancario. Cominciare a parlare di tassi negativi non è esattamente il massimo della vita per chi è indeciso se investire in borsa nel mondo bancario.Il grafico settoriale parla chiaro.