Il recente evento sismico accaduto a Taiwan ci offre l’occasione per accendere un faro sul mercato azionario locale facendo un confronto con quello che sembra essere il settore economico dominante dell’isola tanto desiderata dalla Cina, ovvero quello dei semiconduttori.
Cosa potrebbe succedere in caso di attacco a Taiwan a tutto il mondo tech attualmente impegnato in una corsa sfrenata verso l’intelligenza artificiale, nessuno lo sa. Certamente l’economia taiwanese è fondamentale ad oggi per tutto il mondo sviluppato e potrebbe rappresentare più del classico canarino nella miniera. Una sua debacle segnalerebbe qualcosa che preoccupa seriamente i mercati.
Borsa di Taiwan - azioni semiconduttori: un confronto
La Borsa di Taiwan può essere considerata una specie di avamposto dell’intero universo tecnologico, alla pari di quei listini legati a doppio filo al mondo delle materie prime quali principali risorse economiche dei rispettivi paesi/aree geografiche.
L’abbinata borsa di Taiwan e settore dei seminconduttori è quindi un modo semplice per sovrappesare quello che sempre essere il vero oro del ventunesimo secolo.
Utilizzando due ETF che replicano l’indice Msci Taiwan e l’indice Msci semiconduttori rispettivamente di Xtrackers e Amundi, scopriamo che negli ultimi 5 anni la Borsa asiatica ha realizzato una performance del 123% contro il ricchissimo +220% dell’investimento diretto nelle aziende che operano nel settore dei chip. Attenzione però alla volatilità che, anche in questo caso, è proporzionale al rendimento. Ad un 24% di volatilità per le azioni del settore semiconduttori corrisponde un 14% per la Borsa di Taiwan che rappresenta un tassello importante anche negli indici emergenti.
Terzo paese per peso poco dietro l’India con il 17% negli indici Msci Emerging Market e stesso discorso per l’indice asiatico emergente con il 21% di peso. All’interno dell’indice che invece replica il settore dei semiconduttori globali, l’ETF di Amundi ha un’esposizione del 13% verso Taiwan rappresentata quasi esclusivamente dalla società produttrice di chip TSM.
Taiwan Semiconductor Manufacturing che rappresenta a sua volta il 33% dell’intero indice Msci Taiwan composto da una novantina di società. Le altre 9 partecipanti coprono il 22% dell’indice. La borsa di Taiwan per il 70% è rappresentata da società legate alla tecnologia con la finanza secondo settore con il 15%.
Borsa Taiwan vs emergenti
Nel confronto a 5 anni con gli altri due “campioni” del mondo emergente, Cina e India, indubbiamente Taiwan è stata quella capace di fornire il sostegno più ampio all’indice generale. Nell’ultimo lustro Msci China ha guadagnato il 13% mentre l’India ha raccolto un +82% (dati al 10 maggio 2024).
Abbiamo la fortuna di poter confrontare due ETF, quello sui semiconduttori e quello su Taiwan, quotati sul mercato dal 2007. Curioso notare come, fino a poco meno di un anno fa (maggio 2023), i due indici dal 2007 offrivano lo stesso rendimento. Poi il decollo dei semiconduttori aprendo un gap del 250% mai visto nel quindicennio precedente e del quale il grande merito va dato prevalentemente a quell’Nvidia che pesa per il 30% dell’indice dei semiconduttori.
In sintesi, al netto della performance clamorosa dell’ultimo anno, comprare Taiwan o comprare semiconduttori per l’investitore non avrebbe fatto una gran differenza e, fino al 2023, la Borsa asiatica sarebbe stata tendenzialmente meno volatile e quindi meno traumatica per chi soffre le vistose oscillazioni di prezzo. Naturalmente su Taiwan incombe una delle invasioni più annunciate di sempre che avrebbe però effetti critici su tutta la filiera tech globale, AI compresa.