Un bel 2023 quello che hanno messo in archivio i bond emergenti, a cambio aperto, chiuso oppure in versione valuta locale. Dopo la debacle del 2022 una boccata d’ossigeno che è arrivata per investitori che erano usciti con le ossa rotte soprattutto nella versione degli investimenti a cambio coperto.
Con il colpo di reni dei bond americani di fine 2023, la prospettiva di taglio nei tassi di interesse e un contesto economico non recessivo come previsto qualche mese fa, il recupero delle obbligazioni emergenti si è concretizzato risultando soprattutto migliore dell’andamento del mercato che solitamente dovrebbe premiare maggiormente il rischio, ovvero quello azionario. Ma di questo parleremo tra poco.
Annotiamo intanto che il 2024 per il momento è cominciato con il freno tirato per i bond emergenti ma senza perdite clamorose, una fase di stallo che sta tanto di attesa sull'evoluzione dei tassi di interesse americani.
ETF obbligazioni emergenti: le performance 2023
iShares Emerging Local Government bond in versione total return e quindi comprensiva di cedole reinvestite, ha guadagnato nel 2023 l’8% dopo aver perso oltre il 5% nel 2022. La spinta arrivata soprattutto dalle divise latino americane è stata decisiva.
L’ETF che investe in obbligazioni emergenti emesse in hard currencies (dollaro Usa) ha recuperato nel 2023 il 6,5%, ma qui pesa ancora il -13% del 2022. Peggio va per lo stesso tipo di investimento ma nella versione eur hedged a cambio coperto. Il +7,5% del 2023 è ancora lontano dal recuperare il -21% del 2022.
Se la versione a cambio coperto rimane sott’acqua anche a distanza di 5 anni, tornano a vedere la luce gli altri investimenti dopo un lustro deludente. Le valute locali sono flat nell'ultimo lustro. Un po' meglio iShares Emerging Market Bond in valuta forte e cambio aperto che offre un ritorno del 7%. Performance comunque deludenti se paragonate al +20% di un ETF che investe in obbligazioni high yield globali a cambio aperto. Ma, come detto, il parallelo più interessante è quello con il mercato azionario emergente.
ETF obbligazioni emergenti vs Borse emergenti
Se osserviamo l’andamento degli ultimi 3 anni scopriamo che le borse emergenti hanno ottenuto una performance negative comprensiva di dividendi (-7%). L’investimento in bond emessi in valuta locale ha ottenuto nel triennio un misero -1% mentre l’ETF che investe in bond emessi in valuta forte ha fatto registrare un +2%.
Una performance che imbarazza gli asset allocator di tutto il mondo che finora avevano professato le grandi prospettive dell’investimento nelle aree economiche emergenti. Ad alto rendimento atteso non ha però coinciso analogo risultato.
Queste basse performance hanno comunque diverse motivazioni. Cina per quello che riguarda la componente azionaria, rialzo generalizzato dei tassi in America per quello che riguarda la componente bond.
Le aspettative sono per un premio per il rischio che nei prossimi anni possa venire ripagato maggiormente confidando in un ridimensionamento dei tassi in America e in un rilancio dell’economia cinese, magari favorito anche da un ribilanciamento di indici emergenti ancora troppo sbilanciati su Pechino e che condizionano l’andamento dei principali ETF. Evento questo ultimo che sta già prendendo forma con il progressivo aumento di peso dell'India proprio a discapito dell'azionario cinese nei principali indici emergenti.