Con il nuovo anno è arrivato il momento di tirare le somme anche per il mondo obbligazionario. Bond governativi, ma anche corporate, high yield, emergenti e tanto altro per investitori che preferiscono una volatilità moderata al rischio insito nell’asset azionario.
In realtà il 2021 ha messo in difficoltà proprio l’obbligazionario con rendimenti in alcuni casi negativi sotto il profilo nominale, mentre dal punto di vista reale (netto inflazione) praticamente tutti i bond sono risultati sott’acqua. Ma andiamo con ordine.
Investimenti: come è andato il 2021 per i titoli di Stato?
Partiamo dai titoli di Stato facendo una premessa. Chi avesse scelto di lasciare aperto il rischio cambio nel 2021 avrebbe potuto ottenere una performance decisamente positiva grazie ai ritorni positivi del dollaro americano quantificabili in circa il 7%.
Solitamente chi investe in bond lo fa però per attutire la volatilità dell’equity e molto spesso la scelta ricade sui prodotti EUR hedged e quindi concentreremo molta dell’analisi su di essi. L’investimento in titoli di Stato europei a duration tradizionale (ad esempio iShares Eur Government Bond) ha fatto registrare nel 2021 un arretramento del 3% comprese le bassissime cedole incassate.
Ritorno identico anche per chi avesse scelto esclusivamente titoli di Stato italiani con iShares Italy Government Bond. Allargando il tiro ad un investimento ai bond nazionali ma globali il risultato non cambia. Il meno 3% in versione EUR hedged si sarebbe trasformato in +1% con il rischio cambio. Eccezione gli investimenti in inflation linked. L’ETF Xtrackers Global Inflation Linked in versione EUR hedged ha guadagnato quasi il 5% che diventa 11% a cambio aperto.
Bond corporate investment grade e high yield meglio con cambio aperto
Passiamo adesso ai mercati obbligazionari cosiddetti a spread. Gli ETF con sottostanti le obbligazioni corporate investment grade europee hanno perso mediamente 1 punto percentuale. Quelle in versione più speculativa high yield sfiorano un guadagno del 3%.
Anche in questo caso investire a livello globale con cambio aperto avrebbe portato dei benefici. Rispettivamente +5% e +8% per gli ETF iShares global investment grade e global high yield. In questa fascia speculativa segnaliamo i cosiddetti Fallen Angels, ovvero società che sono passate dal rating investment grade al non investment grade, con un bel guadagno del 11% nel 2021.
Le obbligazioni emergenti in hard currency a cambio coperto hanno perso nel 2021 più del 3%. Quelle a cambio aperto in dollari americani hanno guadagnato il 5%. Sempre attorno al -3% la performance dell’ETF iShares Local Government Emerging Bond in versione total return.
Investimenti: ritorni positivi reali sulle obbligazioni speculative
Chiudiamo questa carrellata dei bond nel 2021 con quelle forme di obbligazioni un po' più speculative e con una elevata correlazione con il mercato azionario. L’ETF SPDR Global Convertible Bond in versione EUR hedged ha perso circa l’1% (+5% versione aperta al cambio).
Invesco Euro Corporate Hybrid Bond ha raccolto un misero +1%. Molto meglio l’ETF Invesco AT1 Capital Bond con una performance da azionario al 12%. La migliore performance è invece stata ottenuta da un ETF regionale, nello specifico dall’iShares China Bond che esce dal 2021 con un bel +17% grazie alla forza della valuta cinese.
Anno quindi non certamente di progressi epocali per il mondo obbligazionario che però, è sempre giusto ricordarlo, viene da annate strepitose. I ritorni positivi reali sugli investimenti obbligazionari sono arrivati quasi esclusivamente dagli investimenti ultra speculativi oppure a cambio aperto. Le prospettive per il 2022 rimangono tutto sommato ancora modeste con i tassi di interesse bassi (e le duration piuttosto lunghe) che ancora non offrono aspettative di rendimento esaltanti ai bond holders.