Nel lungo periodo sappiamo che per la gestione attiva ci sono pochissime possibilità di battere la gestione passiva. Questo emerge dalle tante statistiche che confrontano fondi costosi con indici ovviamente a costi zero oppure molto contenuti come nel caso degli ETF.
Da un po' di tempo la gestione attiva è però entrata nel mondo degli ETF rendendo accessibili, a prezzi molto più contenuti, strategie che prima erano incorporate in fondi di investimento.
I benefici per gli investitori sono notevoli in termini di costi inferiori ma anche e ovviamente di performance. E se nel lungo periodo probabilmente i risultati non cambieranno, nel breve periodo le probabilità di vedere una gestione attiva vincente via ETF aumentano. E oggi lo scopriamo confrontando due ETF che investono sui mercati emergenti.
ETF Mercati Emergenti: attivo vs passivo
Il primo è JP Morgan Global Emerging Markets Research Enhanced Index Equity (ESG), il secondo è Xtrackers MSCI Emerging Markets ESG. Il confronto è stato fatto sugli ultimi 3 anni.
Cominciamo verificare le differenze. Sono quasi 370 i titoli presenti nell’ETF di Xtrackers con Taiwan e Cina al 24% di peso seguite da India al 14%. Finanza e tecnologia dominanti con il 27% e il 24% rispettivamente.
Tutto sommato non dissimile quanto a partecipazioni l’ETF attivo di JPM con oltre 400 società, con Cina al 23% e Taiwan e India rispettivamente al 17% e al 15%. Di nuovo finanza e tecnologia al top settoriale con 23% e 22%. La differenza la si nota soprattutto nei primi titoli del portafoglio.
Per l’ETF di JPM tutte le prime 10 società sono sotto al 10% con TSM al 8%, seguita da Samsung (5%) e Tencent (4%); Alibaba al 2%. Per l’ETF di Xtrackers lo sbilancio verso Taiwan Semiconductor Manufacturing è notevole. Il peso della società di Taiwan è del 14%, seguita al 5% da Alibaba.
Una composizione quindi differente del paniere di titoli e che dipende dalla discrezionalità che ha il gestore di JP Morgan di muoversi all’interno dell’indice.
E le differenze si vedono. Negli ultimi 3 anni al -18% dell’ETF tradizionalmente investito nell’indice dei mercati emergenti si vedono tutte con lo strumento attivo di JPM che perde solo l'8% alla data del 28 giugno 2024. Risultato validato anche dalla minore volatilità dell’ETF attivo, 14,5% contro il 17% del passivo.
Una rivincita della gestione attiva contro quella passiva che non deve stupire.
I 3 anni sono un orizzonte temporale dove una strategia attiva a basso costo (i due ETF hanno praticamente le stesse spese correnti), ha probabilità che possono anche arrivare oltre al 50% di essere vincente. Tutta da verificare quanto conta la componente fortuna in queste dinamiche, ma a questo sarà il bilancio che potremo tirare fra qualche anno a darci una risposta definitiva.