Investire in capitale obbligazionario con un consistente rischio di credito è stato più efficace negli ultimi 5 anni caratterizzati da Covid e bond bear market rispetto al ben più tranquillo investimento in titoli di stato governativi. Questa la sentenza emessa dai numeri che emergono dal confronto tra un ETF global government bond e l’ETF Invesco AT1 Capital Bond.
ETF che è balzato agli onori della cronaca negli ultimi tempi per i consistenti deflussi, quasi 300 milioni di dollari, registrati nel 2024 nonostante una eccellente performance in doppia cifra.
L’ETF quotato in Europa è un diretto concorrente di un altro ETF simile nell’oggetto dell’investimento, ovvero WisdomTree AT1 CoCo Bond anch’esso in doppia cifra percentuale quanto a performance.
ETF Cocos bond: le performance
A distanza di 5 anni l’ETF di Invesco che investe in titoli subordinati finanziari raccoglie un eccellente +19% total return, mentre iShares Global Government Bond perde il 10%. Il premio per il rischio ha effettivamente garantito una adeguata remunerazione.
Le AT1 o Cocos, sono obbligazioni emesse da banche che possono essere convertite in azioni a certe condizioni, tipo se i ratio di capitale della banca scendono sotto certi livelli soglia.
L’affaire Credit Suisse del 2023 insegna che queste obbligazioni in circostante eccezionali potrebbero anche azzerare il loro valore, ma oggi non è questa la condizioni dei bond AT1. Il restringimento degli spread tra corporate e titoli di stato a livelli molto bassi, l’appetito per il rischio innescato dai tagli dei tassi delle Banche centrali e i massimi storici delle Borse, hanno infatti alimentato una salita nei prezzi tale da permettere a questi bond di recuperare e superare i livelli di 5 anni fa. Meglio dei governativi appunto.
I deflussi in corso testimoniano però un malessere di fondo degli investitori che, raggiunto il punto di pareggio, oppure guadagnato a sufficienza, preferiscono muoversi altrove.
L’ETF di Invesco è equamente diviso oggi tra emissioni con rating doppia B e tripla B per la maggior parte di natura perpetua quanto a scadenza. Con un terzo della ripartizione geografica sul Regno Unito e un quarto su Francia, questo ETF contiene in portafoglio oltre 80 obbligazioni di emittenti come Barclays, Deutsche Bank, Santander, Credit Agricole.
Il rendimento a scadenza è superiore al 7,5% con una yield to call (questi titoli hanno praticamente tutti una call) del 7%. Altra caratteristica da segnalare la qualifica di articolo 8 secondo la classificazione SFDR.
Rendimenti apparentemente elevati, ma decisamente più compressi in termini relativi se rapportati ad altre forme di investimento corporate come le obbligazioni senior. Inutile dire che questa situazione di rivalutazione potrebbe proseguire ancora a lungo grazie alla politica di tagli delle Banche centrali che favoriranno la migrazione verso strumenti ad alto rendimento. Altrettanto ovvio però che un aumento della volatilità sui mercati finanziari colpirebbe duramente le valutazioni di questi bond.
La scelta se mantenere, acquistare oppure vendere deve considerare assolutamente questi fattori, mettendo in relazione rischi e rendimenti attesi oltre che naturalmente l’orizzonte temporale che deve essere tendenzialmente lungo per questi strumenti.