Le prospettive di rallentamento dell'economia globale, rese più preoccupanti dalle Banche centrali sempre più convinte di dover continuare ad agire in modo aggressivo contro l'inflazione, hanno penalizzato le Borse.
Dopo i toni hawkish di Jerome Powell a Jackson Hole, sono seguiti anche quelli del componente del Consiglio di politica monetaria Isabel Schnabel e del capo economista della BCE, Philip Lane. Lane ha usato però toni più distensivi in ottica di rialzo del costo del denaro, in vista della prossima riunione di politica monetaria in agenda l’8 settembre.
È necessario "un ritmo costante, né troppo lento né troppo veloce" nell'alzare i tassi, questo è importante per consentire al sistema finanziario di assorbire le variazioni dei tassi in modo graduale, ha spiegato Lane.
Intanto, la corsa dei prezzi al consumo e l'allargamento dello spread tra i rendimenti dei titoli di Stato complicano la situazione del nostro Paese, come notato di recente dal capo economista di Moody's Analytics, Mark Zandi. L’inflazione di agosto ha archiviato un nuovo record, attestandosi al 9,1% su base annuale (attese al 9%). Il dato, secondo la stima preliminare dell'Eurostat, è in accelerazione rispetto all'8,9% di luglio.
La misurazione potrebbe spingere la BCE ad un aumento dei tassi di interesse di 50 o 75 punti base nel prossimo meeting. Vi è quindi un grande interesse sul settore bancario in vista dei prossimi appuntamenti con le Banche centrali.
Al momento, gli investitori sembrano dare più peso all'impatto di un ciclo economico negativo sui bilanci degli istituti di credito tralasciando l'effetto positivo dell'incremento dei tassi sul margine di interesse. In questo contesto, per l’analisi odierna vogliamo focalizzarci su Mediobanca. Ricordiamo che l’istituto di Piazzetta Cuccia ha sorpreso positivamente gli analisti nell’ultima trimestrale.
I ricavi degli ultimi tre mesi dell’esercizio 2021-2022 (terminato lo scorso 30 giugno) si sono attestati a 704 milioni (+2 su base sequenziale). Nei dodici mesi i ricavi hanno raggiunto il livello record di 2,85 miliardi di euro, (+8% a/a), con un margine di interesse in rialzo del 5% e commissioni in crescita del 14%. L’utile netto è stato pari a 907 milioni di euro (+12%).
Nell’intero esercizio il wealth management ha visto una crescita della redditività con utile netto a 134 milioni (+34%) e ricavi a 727 milioni (+16%), mentre la raccolta è più che raddoppiata a 9 miliardi di euro. Ottimi risultati anche per il credito al consumo di Compass che ha registrato un utile netto ai livelli record di 370 milioni di euro (+32%).
Il CIB ha registrato profitti in calo del 21% a 225 milioni di euro, ma ricavi a 708 milioni di euro, in crescita rispetto ai 698 milioni dell’esercizio precedente. Per quanto riguarda la politica di remunerazione degli azionisti, il CdA ha deliberato di proporre all’assemblea del 28 ottobre l’assegnazione di un dividendo lordo unitario di 0,75 euro, in crescita del 14% rispetto al dividendo unitario distribuito lo scorso esercizio.
Il pay-out ratio è pari al 70%. La cedola sarà staccata il lunedì 21 novembre 2022 e messa in pagamento il 23 novembre. Alla luce di ciò, ad attirare la nostra attenzione è stato il Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale con ISIN DE000SN3YFW9 che ha come sottostante proprio Mediobanca. Vediamo cosa dice l’analisi tecnica sulla big cap di Piazza Affari.
Azioni Mediobanca: l’analisi tecnica
Il quadro tecnico di Mediobanca è impostato al ribasso a Piazza Affari. Dopo aver testato la resistenza orizzontale lasciata in eredità dai minimi registrati ad aprile scorso a 8,80 euro, i prezzi hanno virato al ribasso fino a raggiungere area 7,80 euro.
Il prossimo supporto tecnico da monitorare è quello poco più in basso, a 7,70 euro, livello che conta i minimi registrati a luglio scorso. Segnali di forza su quest’area di concentrazione di domanda potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie di matrice rialzista.
In questo caso il primo obiettivo di profitto dei compratori potrebbe essere localizzato sul livello resistenziale menzionato precedentemente a 8,80 euro, mentre un target più ambizioso a 9,40 euro, successiva area di offerta. Per quanto riguarda il lato short, la violazione del supporto a 7,70 euro potrebbe consentire ai corsi di raggiungere l’importante minimo segnato a marzo a 7,17 euro.
Investire sulle azioni Mediobanca con i Certificati
La situazione descritta sinora su Mediobanca è particolarmente interessante se si guarda al Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale con ISIN DE000SN3YFW9. Questo prodotto è quotato dal 28 giugno 2022 sul mercato SeDeX di Borsa Italiana a un prezzo di emissione di 89,60 euro.
Questo strumento consente agli investitori di ricevere un rimborso a scadenza di 100 euro lordi a patto che alla data di valutazione finale fissata al prossimo 14 dicembre 2023 (circa 1 anno e 4 mesi) la quotazione di Mediobanca sia superiore o uguale a quella della Barriera, fissata a 4,80 euro, circa il 60% del prezzo spot attuale del titolo.
Per questo motivo, eventuali ribassi di Mediobanca non sarebbero un evento totalmente negativo, in quanto farebbero scendere il potenziale prezzo di acquisto del Certificato incrementando di conseguenza il rendimento potenziale a scadenza e lo spazio per un recupero più sostenuto delle quotazioni.
Al momento della scrittura il Certificato quota ad un prezzo ask di 87,15 euro (guadagno lordo potenziale del 14,74% in circa 1 anno e 4 mesi), mentre le azioni Mediobanca veleggiano circa il 40% al di sopra della Barriera.
Lo scenario negativo prevede invece che alla data di valutazione finale le quotazioni di Mediobanca siano inferiori a 4,80 euro: il Certificato inizierà a replicare la performance negativa del sottostante calcolata rispetto allo Strike e moltiplicata per l’Importo di Calcolo di 90 euro per certificato. Questo, a seconda del prezzo in cui viene acquistato il certificato, potrebbe causare una perdita sul capitale investito.
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