Il trading di Bitcoin nel fine settimana è diventato più costoso. Le differenze in alcune piattaforme importanti come Coinbase e Gemini si sono ampliate e gli operatori arrivano a pagare anche fino a 1.000 dollari in più per l'acquisto di un token in un exchange piuttosto che in un altro.
Questa inefficienza di mercato è figlia del fallimento delle due banche statunitensi Silvergate Capital e Signature Bank. Ognuna gestiva rispettivamente le reti di pagamento SEN e Signet, che permettevano ai clienti di effettuare operazioni in qualsiasi momento in via istantanea e sette giorni su sette. Grazie a questo, i trader potevano acquistare e vendere monete digitali al di fuori degli orari bancari. Inoltre, ciò era fondamentale per i market maker per ottenere denaro da un exchange all'altro per sfruttare le divergenze di prezzo ed effettuare operazioni di arbitraggio.
Con il crack di Silvergate, SEN è stato chiuso. Signet invece è ancora operativo, sebbene alcuni clienti abbiano interrotto l'utilizzo viste le incertezze del momento. A quanto sembra, i regolatori hanno riferito che chiunque voglia acquistare Signature Bank dovrebbe abbandonare la sua attività sulle criptovalute e questo complica non poco le cose. La conseguenza di tutto ciò è che si verifica una vera e propria inefficienza nel mercato, dal momento che la maggior parte delle banche non elabora trasferimenti nei fine settimana.
Bitcoin: ecco come risolvere il problema della differenza di prezzo
Recentemente, durante il weekend, la differenza dei prezzi di Bitcoin sulla maggior parte degli exchange è stata di circa lo 0,1%, praticamente dieci volte più del solito (dati CoinRoutes). In alcune piattaforme la situazione è critica. Ad esempio, con Gemini i trader pagano mediamente il 2% in più, che in certi momenti particolarmente "caldi" corrispondeva a un costo ulteriore di 1.000 dollari per un operatore. "Non abbiamo mai visto nulla di simile", ha detto Dave Weisberger, amministratore delegato di CoinRoutes.
Alla fine la discrepanza di prezzo rappresenta una specie di tassa ombra che pesa come un macigno sugli investitori. Come risolvere questo problema? Per il momento una soluzione potrebbe essere quella di acquistare Bitcoin ancorato alla stablecoin Tether, in cui il valore è legato al dollaro e non viene trasferito con le banche. Nelle ultime settimane la discrepanza di prezzo su diverse piattaforme non c'è stata.
Una soluzione definitiva potrebbe arrivare con
la rete di pagamento h24 7/7 della Federal Reserve. Il servizio, che dovrebbe entrare in funzione nei prossimi mesi e che sarà denominato FedNow, è simile a quello fornito dalle banche e risolverebbe il problema del trasferimento di denaro. Secondo Jaret Seiberg, analista di TD Cowen, il settore delle criptovalute potrebbe "accelerare l'adozione di FedNow in quanto è un modo per gli investitori di finanziare e incassare le negoziazioni senza dover lasciare contanti o dollari digitali su una piattaforma di trading".