La scorsa settimana i dati sull'inflazione americana hanno fornito un nuovo sprint alle azioni a Wall Street, soprattutto nel settore tecnologico. Nel mese di giugno l'indice dei prezzi al consumo è sceso al 3%, dal 4% di un mese prima. Questo ha confermato che
il carovita ormai è all'angolo e si avvicina all'obiettivo del 2% che la
Federal Reserve ha fissato nel lungo periodo.
Soprattutto questi dati hanno alimentato le aspettative del mercato che la Banca centrale nella prossima riunione del 25-26 luglio svesta i panni da falco che ha indossato negli ultimi tempi minacciando rialzi multipli dei tassi d'interesse. Dopo la pausa di giugno, gli investitori si aspettano ora al massimo un'altra stretta di un quarto di punto; in seguito la Fed dovrebbe fermarsi definitivamente preparando il terreno per un primo taglio già forse nel 2023. Questa view ha spinto al rialzo le azioni tecnologiche, che traggono sempre vantaggio da un ambiente con rendimenti più bassi.
Wall Street: per BofA e Goldman Sachs arriveranno le vendite
Nelle ultime sette settimane i fondi azionari globali hanno registrato afflussi per 70 miliardi di dollari (dati Bank of America). In particolare, nella settimana al 12 luglio, i flussi netti positivi sono risultati di 11,6 miliardi di dollari, guidati dai fondi statunitensi. Nello specifico, la tecnologia ha avuto i maggiori afflussi mentre l'assistenza sanitaria e l'energia hanno visto i maggiori deflussi, rileva BofA.
Gli strategist dell'istituto di credito ritengono che questo denaro accumulato verrà rilasciato con una vendita aggressiva verso la fine dell'estate. "Guarderemo agli short sugli asset rischiosi alla fine di agosto o all'inizio di settembre e noteremo che un ampio e solido intervallo di trading secolare rimane lo scenario di base", hanno scritto in una nota. Michael Hartnett, strategist di BofA, ha sottolineato che l'ottimismo del mercato non durerà, perché la seconda metà dell'anno sarà caratterizzata da un aumento dell'inflazione e un inasprimento delle politiche monetarie. Da un anno e mezzo Hartnett è costantemente ribassista a Wall Street, ma se lo scorso anno ci ha preso in pieno, quest'anno le sue previsioni non hanno centrato il bersaglio.
Gli strategist di BofA non sono gli unici a vedere nero sulla Borsa americana. Anche quelli di Goldman Sachs mantengono un certo scetticismo. A loro avviso, un grande rischio per il secondo semestre sarà l'impatto del rallentamento della crescita globale sulle revisioni degli utili. "Il rischio di recessione negli Stati Uniti rimane elevato e l'inflazione potrebbe rivelarsi più viscosa da questo momento, innescando sorprese da falco della Banca centrale", ha scritto il team guidato da Christian Mueller-Glissmann in una nota. "Ci aspettiamo che le azioni globali rimangano bloccate nella loro fascia 'grassa e piatta' da ora in avanti, con un premio al rischio più basso e una crescita degli utili relativamente contenuta che limita il potenziale di ulteriori guadagni".