Dopo le forti vendite che hanno caratterizzato la seduta di ieri, i future sui principali indici a Wall Street segnalano una partenza di giornata con il segno più: il derivato sul Dow Jones avanza dello 0,25%, quello sullo S&P 500 segna un +0,32% e nel caso del Nasdaq si registra un +0,35%.
Ieri le vendite si sono accanite in particolare sull’indice dei tecnologici che, sceso di 4 punti percentuali tondi, ha segnato la seduta peggiore dal settembre del 2022. MicroStrategy (-16,68%), Tesla (-15,43%) e Palantir (-10.05%) hanno tutte segnato cali a due cifre. Giornata particolarmente difficile anche per Nvidia (-5,07%), Intel (-3,44%), Apple (-4,85%) e Alphabet (-4,60%).
Wall Street Oggi: non si nomina la R Word
Già ribattezzata “R word”, la parola recessione non può essere nominata. Trump non ha escluso un rallentamento citando un generico “periodo di transizione” mentre il Segretario del Tesoro ha avvertito che gli Stati Uniti dovranno sopportare un "periodo di disintossicazione" dalla spesa pubblica.
"Mentre a Washington si parla di ‘piccoli rallentamenti’, si tratta di rallentamenti che hanno un impatto significativo sui mercati e sull'economia", ha detto John Silvia, Ceo di Dynamic Economic Strategy. "La maggiore probabilità di una recessione che è ora nelle previsioni di mercato ha un impatto significativo, non piccolo, sulle aspettative di lavoro/reddito delle famiglie e sulla pianificazione delle piccole imprese".
A dominare la scena è la tanto odiata, dagli operatori, incertezza e, più a lungo l'ambiente è caratterizzato dall'imprevedibilità, più questa indirizza l’andamento delle piazze finanziarie e il sentiment degli investitori. La mancanza di rimbalzi dopo le recenti vendite è sintomatica di questo nuovo approccio. "Il modo in cui la crescita e i trend degli utili si evolveranno da qui rimane legato, nel breve termine, al modo in cui si evolveranno i dazi", ha detto Dennis DeBusschere di 22V Research.
Per Anastasia Amoroso, Chief investment strategist di iCapital, i timori di una recessione sono esagerati. "Perché abbiamo una recessione all'improvviso? Quali indicatori segnalano effettivamente una recessione?", ha detto. "Abbiamo visto un rapporto sulle buste paga relativamente forte. La spesa dei consumatori sta ancora procedendo al ritmo del 3% o 4%, quindi non vedo effettivamente le ragioni per temere una recessione in questo preciso momento".
In attesa del dato sull’inflazione, in calendario domani, oggi l’agenda macro prevede, dopo il calo da 102,8 a 100,7 punti registrato dall’indice NFIB (National Federation of Independent Business, quello che misura il sentiment delle piccole imprese), l’indice delle offerte di lavoro JOLTS.
Tesla, Oracle e Delta in focus
Vediamo quali sono le azioni da tenere d’occhio a Wall Street nella seduta dell’11 marzo 2025.
- Ieri il -15,43% di Tesla è stato causato dal taglio delle stime sulle consegne del primo trimestre da parte di Joseph Spak di UBS e dalle dichiarazioni del Ceo Musk, che nel corso di un’intervista ha detto che sta gestendo le sue numerose attività "con grande difficoltà". Il titolo nel pre-mercato segna un +2,6%.
- Dopo le vendite di ieri, segno più prima dell’avvio anche per Palantir Technologies (+3,1%) e Nvidia (+0,5%, Nvidia continua a perdere terreno, cosa fare dopo -30% dai massimi?).
- Oracle (-0,2% nel pre-market) ha riportato utili e ricavi rettificati del terzo trimestre fiscale che hanno mancato le stime degli analisti, ma la società ha affermato di aver firmato accordi cloud con diverse importanti società tecnologiche, tra cui OpenAI, Meta Platforms e Nvidia (Azioni Oracle: outlook delude, cosa fare a Wall Street?).
- Delta Air Lines (-6,1%) paga pegno al taglio delle stime su utili e ricavi del primo trimestre a causa di una domanda più debole. "Le prospettive sono state influenzate dalla recente riduzione della fiducia dei consumatori e delle aziende causata dalla crescente incertezza macroeconomica, che ha determinato una debolezza della domanda interna", ha affermato Delta in una dichiarazione.