La
Federal Reserve ha fatto un regalo molto gradito agli investitori,
alimentando il rally di fine anno a Wall Street e creando le premesse affinché proseguisse anche nel 2024. Il mercato sta comprando le azioni sulla fiducia che la Banca centrale americana inizi a tagliare i tassi di interesse dopo il forte restringimento monetario.
Ma se fino a poco tempo fa le aspettative erano basate sui dati macro e contrastavano con i messaggi tutt'altro che accomodanti della Fed, ora è stato proprio l'istituto centrale che ha servito il dono di Natale su un piatto d'argento. Nell'ultimo incontro dell'anno tenutosi la scorsa settimana, infatti, il governatore
Jerome Powell ha annunciato che saranno
tre le sforbiciate al costo del denaro il prossimo anno, una in più rispetto a quanto dichiarato in precedenza.
Wall Street: un fiume di denaro dai mercati monetari?
A rafforzare la prospettiva sui mercati azionari c'è però un altro elemento che potrebbe rivelarsi esplosivo, ovvero un fiume di liquidità che è pronto a liberarsi con il calo dei rendimenti. Da quando a marzo del 2022, la Fed ha iniziato ad alzare il costo del denaro innescando il forte aumento dei rendimenti obbligazionari, gli investitori si sono messi in fuga dalle azioni e dalle obbligazioni a lungo termine, facendo incetta di titoli del mercato monetario.
Secondo i dati dell'Investment Company Institute, al 6 dicembre il patrimonio totale dei fondi del mercato monetario ha raggiunto la cifra record di 5.900 miliardi di dollari. Se i costi di finanziamento diminuiranno come nelle previsioni, i rendimenti seguiranno a ruota. Questo significa che gli asset che giungeranno a scadenza (breve) probabilmente non verranno rinnovati, o lo saranno in proporzioni minori, avendo ritorni più bassi. Giocoforza, molti impiegheranno la liquidità alla ricerca di investimenti più redditizi e quindi più rischiosi come le azioni. Mentre altri bloccheranno i rendimenti obbligazionari a lungo termine.
Chiaramente, non è dato di sapere quanto di questa ondata di denaro finirà a Wall Street, ma anche solo una parte dei quasi 6.000 miliardi di dollari sicuramente sarebbe in grado di muovere le quotazioni azionarie.
Cosa pensano i gestori
I recenti movimenti di mercato, con il calo dei rendimenti dei T-note a 10 anni sotto il 4% e l'avvicinamento a nuovi massimi dell'S&P 500, potrebbero essere il segnale che un certo spostamento di portafoglio è già in atto. "Stiamo ricevendo chiamate da clienti che hanno un livello significativo di liquidità e si stanno rendendo conto che devono fare qualcosa con essa", ha affermato Charles Lemonides, gestore di portafoglio dell'hedge fund ValueWorks LLC. "Questo è l'inizio di un ciclo che inizierà ad autoalimentarsi".
Per Flavio Carpenzano, direttore degli investimenti obbligazionari di Capital Group, questo potrebbe essere il momento giusto per sfruttare l'occasione di entrare a mercato nell'azionario. "Se pensate che la Fed abbia finito con il ciclo di rialzi, allora è il momento di impiegare la liquidità perché l'opportunità c'è", ha suggerito.
Tuttavia, alcuni sottolineano che non tutta la liquidità che si trova nel mercato monetario è disponibile per essere trasferita nelle azioni e nelle obbligazioni. "Una parte di essa è detenuta da istituzioni che altrimenti potrebbero avere quel denaro in depositi bancari ed è necessaria per scopi di cassa", ha detto Peter Crane, presidente di Crane Data, che tiene traccia dei fondi del mercato monetario.
Anche Adam Turnquist, Chief technical strategist di LPL Financial, sottolinea come la storia dimostri che la maggior parte della liquidità nei mercati monetari rimane lì anche quando i tassi scendono. "Penso che si potrebbero iniziare a vedere alcuni flussi uscire dai mercati monetari e inseguire il rally azionario, ma non credo che vedremo qualcosa di simile a 1.000 miliardi di dollari o flussi massicci che alcune persone potrebbero aspettarsi".