Gli investitori spesso si trovano ad affrontare un trade-off tra dividendi e crescita nelle scelta delle azioni da inserire in portafoglio. Alcune società, soprattutto quelle a trazione tecnologica, puntano tutto sull'incremento del valore del titolo in Borsa, è raro vedere aziende tech distribuire dividendi, soprattutto quelle nelle prime fasi di sviluppo.
Viceversa, le aziende operanti in settori maturi tendono a remunerare gli azionisti attraverso i dividendi, utilizzando la liquidità che hanno maturato negli anni e la capacità di produrre reddito costante. Diversamente dalle aziende tecnologiche puntano meno sulla crescita, anche e soprattutto perché si tratta di realtà ormai consolidate la cui attività ha un andamento sul mercato pressochè costante.
In questo quadro, il settore sanitario occupa un ruolo particolare. I dividendi non rappresentano un elemento particolarmente remunerativo: basti pensare che la più grande casa farmaceutica del mondo, Pfizer, negli ultimi dieci anni ha prodotto un rendimento annualizzato del 7,5% (dividendi compresi), che si confronta con un 12% dell'indice S&P 500. Se si esclude la cedola, il rendimento scende al 3,7%.
Anche riguardo il fattore crescita, la situazione è complessa. In genere, le aziende farmaceutiche devono affrontare il problema della scadenza dei brevetti, che rappresenta una minaccia molto forte per il mantenimento di ricavi costanti. Per questa ragione, soprattutto le società più grandi investono miliardi di dollari per effettuare acquisizioni di imprese che producono farmaci promettenti o che detengono una tecnologia particolare.
Big Pharma: ecco dove investire
L'ideale sarebbe riuscire a scovare azioni farmaceutiche in grado di fornire buoni rendimenti sia sotto il profilo dei dividendi che sotto l'aspetto della crescita. Al riguardo, vi sono due opportunità a Wall Street.
Una concerne la società Gilead Sciences, le cui azioni rendono il 3,7%. L'azienda è specializzata nei trattamenti contro l'HIV e sta crescendo nell'ambito delle terapie oncologiche. Tra queste ultime, vi è un farmaco molto promettente, il Trodelvy, utilizzato per il trattamento del tumore al seno ma che potrebbe essere esteso anche per altre patologie cancerogene. Il brevetto scadrà nel 2028, ma intanto il farmaco ha prodotto entrate per 680 milioni di dollari nel 2022, quasi il doppio rispetto ai 380 milioni di dollari dell'anno precedente.
La fase di crescita di Gilead è supportata dal fatto che l'azienda ha una pipeline di 22 farmaci in fase avanzata di sviluppo. Ciò potrebbe sostenere i ricavi anche quando terminerà l'esclusiva di Trodelvy. Le previsioni di profitto per Gilead sono di 6,82 dollari per azione nel 2023, per crescere a 7 dollari nel 2024 e a 8 dollari nel 2025. Il dividendo quindi dovrebbe essere assicurato. Le azioni sono negoziate ad appena 11 volte gli utili stimati per i prossimi 12 mesi, quasi la metà rispetto agli EPS dell'S&P 500.
Un'altra società che vale la pena di tenere d'occhio è Merck, il cui farmaco antitumorale Keytruda ha portato nelle casse della società quasi 21 miliardi di dollari nel 2022, segnando una crescita del 21% su base annua. Le previsioni sono ora che le vendite crescano quest'anno a 24 miliardi di dollari, circa il 41% dei 58,7 miliardi di dollari di ricavi complessivi dell'azienda. Anche il brevetto di Keytruda però scade nel 2028, quindi la società dovrà rafforzare la sua pipeline di prodotti.
La società ha recentemente annunciato
l'acquisizione di Prometheus Biosciences per 10,8 miliardi di dollari, per sfruttare un farmaco in stato avanzato utilizzato per curare alcune patologie come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn. La grande ambizione dell'azienda è quella di arrivare a un
vaccino contro il cancro, che sta sviluppando insieme a Moderna adoperando la formula dell'mRNA messaggero usata per il Covid-19. Il rendimento delle azioni Merck è del 2,5%, mentre il titolo è negoziato a circa 14 volte gli utili attesi.