UniCredit potrebbe ritirare la sua offerta sul Banco BPM. È quanto ha dichiarato l'amministratore delegato della seconda banca italiana,
Andrea Orcel, in un'intervista al quotidiano La Repubblica.
L'istituto di piazza Gae Aulenti ha lanciato un'offerta pubblica di scambio il 25 novembre 2024 per la totalità delle azioni del rivale, proponendo 17,5 azioni del Banco BPM per ogni titolo UCG. Il rapporto di concambio valuta il titolo del Banco 6,657 euro, ossia con un premio pari a circa lo 0,5% rispetto ai prezzi ufficiali del 22 novembre 2024, ultimo giorno di quotazione in Borsa prima dell’offerta. L'operazione comporterebbe un esborso di circa 10 miliardi di euro per UniCredit, ma il Consiglio di amministrazione di Piazza Meda ha respinto la proposta definendola inadeguata per il valore della banca.
Nel frattempo, il governo italiano è sceso in campo agitando la scure del golden power. Palazzo Chigi ha dato l'ok all'affare, ma a certe condizioni, inclusa l'uscita dalle attività di UniCredit dalla Russia. Si tratta di una condizione richiesta anche dalla Banca Centrale Europea. Orcel ha detto che se non riuscirà a risolvere tutti questi problemi, la banca di ritirerà dall'affare.
"Abbiamo fatto più di quanto richiesto dalla BCE e nessun'altra banca ha ridotto le sue attività in Russia quanto UniCredit", ha affermato. "Ma non è un compito facile". Del resto, il top manager ha sottolineato come la banca abbia accantonato capitale per far fronte a perdite potenziali in caso di nazionalizzazione delle attività russe.
UniCredit-Banco BPM: via libera dell'antitrust europeo
Nel frattempo, l'autorità antitrust europea ha dato il via libera all'Ops di UniCredit su Banco BPM, ma a condizione che Orcel ceda 209 sportelli "situati in aree problematiche con sovrapposizioni in tutta Italia". In questo modo, tutte le preoccupazioni della Commissione UE relative alla concorrenza sarebbero "pienamente risolte", si legge nel comunicato dell'authority. Bruxelles ha respinto la richiesta dell’antitrust italiano di esaminare l’operazione, riaffermando la propria competenza e sottolineando che la rete bancaria nazionale resta frammentata e competitiva.
Sulla questione si è espresso l'Amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, secondo cui "l'autorizzazione UE nulla ha a che vedere con l'esito finale dell'Ops". A suo avviso, la cessione di 209 sportelli "potrebbe avere delle ricadute anche significative sull'erogazione dei servizi di clientela oltre che sull'occupazione".
Orcel vede un futuro luminoso
Tornando all'intervista di Orcel, il top manager ha comunque ribadito che UniCredit continuerà a far bene anche se non dovessero arrivare aggregazioni con altre banche. "Il nostro futuro è molto luminoso, con o senza fusioni e acquisizioni", ha detto.
Inoltre, è entrato nel merito dell'indagine della Procura di Milano sul collocamento del 15% delle azioni Mps da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze di novembre scorso. "Abbiamo provato a partecipare ma non ci siamo riusciti", ha dichiarato, aggiungendo che UniCredit ha segnalato alla Consob sospetti di anomalie in tutta l'operazione di accelerated bookbuilding.
In particolare, Orcel ha evidenziato che il gestore patrimoniale Anima Holding ha partecipato mentre era soggetto alla passivity rule per l'acquisizione da parte di Banco BPM e che quest'ultima abbia acquistato partecipazioni di Mps in una vendita gestita da Banca Akros, una sua controllata.