Per gli investitori di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) sono arrivate buone notizie sul lato delle vendite del gigante dei chip a contratto. Nell'ultimo trimestre del 2024, il fatturato ha registrato un'impennata del 39% a 868,5 miliardi di NTD, pari a 26,3 miliardi di dollari USA.
Il calcolo è stato elaborato mettendo insieme le divulgazioni mensili sulle entrate della società taiwanese e ha superato le stime degli analisti di 854,7 miliardi di NTD. Se si considera l'intero anno, TSMC ha prodotto una crescita delle vendite del 34% a 2.900 miliardi di NTD. Si tratta del fatturato più alto della società da quando, nel 1994, si è quotata ed ha superato il target ufficiale fissato dalla società del 30%. Giovedì 16 gennaio l'azienda presenterà i conti trimestrali e ora gli analisti si attendono numeri importanti.
Il colosso tecnologico è stato uno dei maggiori beneficiari del boom dell'intelligenza artificiale, con importanti Big Tech come Microsoft e Alphabet che hanno investito miliardi per i loro data center che contengono una quantità enorme di dati generati dalla nuova tecnologia.
In tale contesto, la domanda per i chip legati all'AI (Artificial Intelligence) probabilmente sarà destinata a crescere molto nel prossimo futuro, stando alle stime degli esperti del settore. Giocoforza, TSMC potrebbe vedere incrementato il proprio volume di vendita in quanto le aziende tech si rivolgono a essa per la costruzione dei loro processori.
In tale contesto, l'azienda guarda verso orizzonti lunghi, cercando di espandersi a livello internazionale. Ad esempio, sta pianificando la costruzione di altri impianti in Europa in aggiunta ai lavori in corso in Stati Uniti, Giappone e Germania.
TSMC: quali prospettive per il 2025
Con una spesa a ritmo sostenuto per l'hardware AI per tutto il 2025, le prospettive per l'anno riguardo TSMC sono quindi in buona parte positive. Gli analisti di Morgan Stanley prevedono risultati migliori delle attese, in quanto di solito la guidance dell'azienda è molto conservativa all'inizio dell'anno.
Secondo Charles Shum, analista di Bloomberg Intelligence, "il margine lordo dell'azienda dovrebbe espandersi fino a raggiungere un massimo biennale del 58%, o più". A suo avviso, l'attenzione sarà concentrata su quattro aree:
- le prospettive per l'aumento della capacità di packaging avanzato di CoWoS (Chip on Wafer on Substrate con interpositore in silicio, è la migliore tecnologia di package della categoria per applicazioni di calcolo ad altissime prestazioni, come l'intelligenza artificiale) e i ricavi, che probabilmente forniranno informazioni sulla forza prevista per la domanda di chip AI nei prossimi 12-18 mesi;
- i progressi nell'espansione della fabbrica statunitense in Arizona, che è fondamentale per soddisfare le esigenze di produzione di chip di onshoring di Apple, Nvidia e altri;
- la potenziale pressione sui margini derivante da una domanda più debole nei nodi maturi a 7, 16 nanometri e più grandi;
- i piani di spesa in conto capitale per il 2025, che segnaleranno la fiducia di TSMC nell'adozione del suo nodo N2 di prossima generazione.
C'è però chi vede dei rischi e cerca di smorzare l'entusiasmo in questo momento. I più cauti, ad esempio, osservano come le entrate di TSMC siano state superiori al consensus, ma solo dell'1,6% rispetto alla proiezione media. Inoltre, sono state inferiori se raffrontate alle aspettative più rialziste degli analisti. Considerato questo, tali osservatori mettono in luce che si potrebbe verificare uno scenario in cui ci sia carenza di energia per alimentare i data center o l'assenza di un servizio AI che utilizzi tutta la capacità del server.
Tra l'altro, nell'arena dell'intelligenza artificiale, crescono le incertezze riguardo gli aspetti tecnologici e geopolitici nel mercato quest'anno, in particolar modo per aziende come Apple, della cui attività TSMC rimane dipendente. Una grossa incognita deriva anche da Nvidia, che si affida proprio alla società taiwanese per la costruzione dei propri semiconduttori progettati. Il colosso americano trae i suoi ricavi per circa un quinto dalle vendite in Cina, ma il governo statunitense ha sempre più intensificato le strette per limitare il flusso di chip potenti verso Pechino. Questo significa che in caso di ulteriore inasprimento, il business di Nvidia - e quindi anche di TSMC - potrebbe venire compromesso.