Verdiva Bio, una start-up biotecnologica britannica, ha lanciato la sfida a Novo Nordisk ed Eli Lilly sul terreno su cui le due Big Pharma sono più forti: i farmaci anti-obesità. La biotech è entrata nell'affollato mercato dei prodotti contro la perdita di peso attraverso un farmaco in via sperimentale da assumere settimanalmente in via orale che riproduce il GLP-1, l'ormone generato dall'intestino e dal cervello dopo i pasti, che stimola la secrezione di insulina e inibisce la secrezione di glucagone da parte del pancreas. Dopo aver superato la fase 1, Il prodotto ora è pronto per gli studi di fase intermedia.
La tecnologia di Verdiva ha lo scopo di fornire la stessa efficacia di Wegovy di Novo Nordisk e di Zepbound di Eli Lilly ma con dosi più basse. Questo comporterebbe una riduzione dei costi e una maggiore accessibilità per i pazienti, ha affermato l'Amministratore delegato della società con sede a Londra, Khurem Farooq.
La pipeline dell'azienda però è formata anche da altri due candidati, che insieme all'agonista orale del GLP-1, sono stati avvalorati da un accordo con la cinese Sciwind Biosciences. Uno è un agonista dell'amilina, da assumere una volta alla settimana, e un altro è un agonista dell'amilina sottocutanea a lunga durata d'azione. Se lo studio di fase 2 sul GLP-1 è previsto quest'anno, per gli altri due i tempi sono più lunghi, sebbene il Chief medical officer di Verdiva, Mohamed Eid, abbia dichiarato che ciò avverrà "il prima possibile".
Verdiva Bio: possibile IPO in futuro
Intorno alla società c'è comunque molto entusiasmo. Verdiva Bio ha raccolto ben 410 milioni di dollari in round di finanziamento di serie A, a cui hanno partecipato investitori come RA Capital Management, Orbimed, Logos Capital, Lilly Asia Ventures e Lyfe Capital, sotto la guida di Forbion e General Atlantic.
Il CEO Farooq ha riferito che si tratta della più grande raccolta mai fatta da una biotech nel Regno Unito. Il denaro però non verrà tutto utilizzato per le ambizioni cliniche, precisa il top manager, ma alcuni fondi saranno trattenuti per "realizzare potenzialmente anche attività aggiuntive". Farooq ha insistito sul fatto che la visione è quella di "costruire un'azienda cardio-metabolica a lungo termine", in quanto in sintonia con "la filosofia di primo della classe".
Il co-fondatore della società non esclude nemmeno la
possibilità di un'IPO in futuro. "Si tratta di uno dei percorsi che prenderemo sicuramente in considerazione", ha affermato. "Abbiamo un round considerevole, ma come sapete, quando si iniziano i programmi di fase 3, si tratta di studi grandi e costosi". Quindi, dalle sue parole si deduce che un'Offerta pubblica iniziale sarà funzionale a raccogliere denaro fresco indispensabile per portare avanti la ricerca.