La stagione delle trimestrali in Europa finora è stata pessima: secondo una ricerca effettuata da JPMorgan Chase, una partenza così negativa non si vedeva da 15 anni. Lo studio evidenzia che tra le società dello Stoxx 600 che finora hanno alzato il velo sui conti solo il 45% ha battuto le aspettative degli analisti. Se si fa il paragone con le società americane, le cui trimestrali hanno superato il consensus 79 volte su 100, si evince quanto la situazione nel Vecchio Continente sia critica. La negatività risalta di più se si considera che gli analisti avevano abbassato le loro proiezioni sui profitti e quindi sarebbe stato più difficile deludere le attese.
La spiegazione di questi risultati può essere attribuita alle difficoltà che sta attraversando l'economia europea. Le aziende hanno dovuto fronteggiare gli effetti nefasti derivanti dall'elevata inflazione dell'ultimo anno e mezzo, accompagnata da tassi di interesse ai massimi degli ultimi 23 anni. La pressione esercitata dalle tensioni geopolitiche ha pesato oltremodo sull'attività commerciale delle imprese, mentre le prospettive di una nuova crisi energetica hanno frenato gli investimenti.
"Molte delle grandi economie europee, soprattutto la Germania, si trovano semplicemente in una situazione molto difficile", ha dichiarato Tatjana Puhan, Chief investment officer di Copernicus Wealth Management. "Questo rende complicato per le aziende crescere ed essere redditizie".
Trimestrali europee: chi ha vinto e chi ha perso
Mislav Matejka, strategist azionario di JPMorgan, ha affermato che solo 4 dei 10 settori principali in Europa hanno registrato finora una crescita positiva delle vendite. Inoltre, complessivamente la crescita degli utili europei è scesa del 4% rispetto allo scorso anno, sorprendendo in negativo per l'1%.
A livello settoriale, il più grande passo indietro si è registrato nel settore delle materie prime, osserva il rapporto di JPMorgan, perché molte aziende energetiche e minerarie hanno dovuto fare i conti con il rallentamento della domanda cinese. Nel comparto industriale e dei beni discrezionali, l'80% delle trimestrali ha mancato le stime, risentendo presumibilmente dell'effetto prezzi che ha smorzato la domanda. Viceversa, si sono distinte le aziende operative nel settore tecnologico e delle telecomunicazioni, con rilasci trimestrali migliori delle previsioni.
Tra le società, note negative sono arrivate da BNP Paribas, Adidas e Roche che hanno tutte emesso profit warning quest'anno. Buone nuove invece sono arrivate dai guadagni eccezionali evidenziati da LVMH (per la moda e i gioielli) e Ferrari (per le auto).
Cosa aspettarsi ora?
JPMorgan sottolinea come ancora la stagione delle trimestrali europee sia appena iniziata e che solo il 20% dello Stoxx 600 abbia riportato i risultati trimestrali. L'andazzo potrebbe quindi cambiare con i prossimi rilasci. Il canovaccio però non muta a livello economico. L'Europa non sta dando grandi segnali di rinascita, per quanto sia riuscita nel complesso a evitare la recessione come risulta dai dati sul PIL a crescita nulla o quasi rilasciati questa settimana.
In prospettiva, la situazione difficilmente potrà migliorare finché non si stempera lo stress a livello geopolitico e sale il grado di fiducia generale nei mercati.
Una mano potrebbe venire dalla Banca Centrale Europea, se solo abbandonasse quel tono da falco che ha caratterizzato la sua politica monetaria e le esternazioni dei funzionari per oltre un anno e mezzo. Una mossa in direzione accomodante quantomeno potrebbe servire a trasmettere maggiore convinzione e stimolare una domanda che in questo momento appare anemica, nonché investimenti che per ora sembrano inesorabilmente bloccati.