Rivian Automotive ha riportato una perdita trimestrale superiore alle previsioni degli analisti, penalizzata dall’aumento dei costi legati alla carenza di terre rare e dal calo delle entrate derivanti dalla vendita di crediti regolatori alle case automobilistiche tradizionali.
Le restrizioni imposte dalla Cina all’export di metalli rari pesanti - elementi chiave per i motori elettrici - hanno fatto schizzare i costi dei materiali e interrotto le catene di approvvigionamento, aumentando le spese di produzione negli USA. Nel trimestre, l’azienda ha registrato ricavi per 1,3 miliardi di dollari, oltre le attese di 1,28 miliardi, e chiuso con una liquidità di 4,81 miliardi, in aumento rispetto ai 4,69 miliardi di marzo.
Rivian: pesano le politiche USA su crediti ambientali
L’amministrazione Trump ha eliminato le sanzioni per i costruttori che non rispettano gli standard di efficienza nei consumi, riducendo drasticamente la domanda di crediti ambientali che Rivian vendeva per compensare le emissioni in eccesso di altri marchi.
Questo ha portato l’azienda guidata dal CEO Robert RJ Scaringe a rivedere al rialzo la stima della perdita operativa rettificata per l’anno, ora prevista tra i 2 e i 2,25 miliardi di dollari, rispetto alla precedente forchetta di 1,7-1,9 miliardi di dollari.
Il credito d’imposta federale da 7.500 dollari per l’acquisto di veicoli elettrici scadrà a fine settembre, privando Rivian di un vantaggio competitivo che ha sostenuto la domanda negli ultimi anni. Gli analisti prevedono tuttavia un’impennata delle vendite nel terzo trimestre, con i consumatori intenzionati a sfruttare il bonus prima della sua eliminazione.
Rivian: produzione ridotta in vista dei nuovi modelli
Nel secondo trimestre, Rivian ha consegnato 10.661 veicoli, in calo del 22% rispetto allo stesso periodo del 2024, avendo limitato la produzione per prepararsi al lancio dei modelli dell’anno 2026. A inizio anno, l’azienda aveva già tagliato le previsioni di consegna per il 2025 a un intervallo compreso tra 40.000 e 46.000 unità, citando l’impatto dei dazi sui costi e sulla domanda.
Rivian ha inoltre fermato lo stabilimento per una settimana nel trimestre e prevede di sospendere nuovamente la produzione nella seconda metà del 2025 per integrare nuovi processi produttivi in vista del lancio del SUV R2 previsto per il prossimo anno.
Male anche Lucid: perdite sopra alle stime e outlook al ribasso
Parallelamente, Lucid Group ha rivisto al ribasso l’obiettivo di produzione per l’anno, ora compreso tra 18.000 e 20.000 veicoli rispetto alla precedente previsione di 20.000 unità. La decisione arriva in un trimestre in cui l’azienda ha riportato risultati sotto le attese di Wall Street, con una perdita per azione rettificata di 0,24 dollari rispetto ai 21 previsti e ricavi pari a 259 milioni di dollari, contro stime per 280 milioni.
Lucid ha chiuso il trimestre con un patrimonio di liquidità di circa 4,86 miliardi di dollari, ma resta sotto pressione per accelerare la produzione del nuovo SUV Gravity, ancora ostacolata da problemi nella catena di fornitura. Nel frattempo, la partnership con Uber, che prevede un investimento di 300 milioni di dollari e l’introduzione di oltre 20.000 robotaxi nei prossimi sei anni, mira a rafforzare la presenza del marchio in un mercato delle EV sempre più competitivo e orientato verso soluzioni ibride e a basso costo.