Trimestrale Intesa Sanpaolo: utile sopra le stime, azioni in rosso | Investire.biz

Trimestrale Intesa Sanpaolo: utile sopra le stime, azioni in rosso

03 feb 2023 - 14:00

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La trimestrale di Intesa Sanpaolo ha evidenziato un utile maggiore delle stime sopra quota 1 miliardo. L’esposizione alla Russia è scesa del 68%

Azioni Intesa Sanpaolo sotto i riflettori dopo la pubblicazione della trimestrale: su un Ftse Mib che paga pegno alle prese di beneficio ed alle indicazioni arrivate dalle big tech statunitensi, il titolo della banca guidata dal Ceo Carlo Messina arretra del 3,18% portandosi a 2,3770 euro (+11,96% nell’ultimo mese, +36,06% nei sei mesi). 

Il quarto trimestre di Intesa Sanpaolo si è chiuso con un utile netto di 1,07 miliardi di euro, al di sopra sia dei 930 milioni del terzo trimestre 2022 e sia dei circa 900 milioni stimati dagli analisti di Bloomberg (179 milioni nel Q4 2021). 

Sull’intero 2022 il dato si è attestato, escludendo gli 1,4 miliardi di euro di accantonamenti e rettifiche di valore legati a Russia e Ucraina, a 5.499 milioni di euro, contro i 5 miliardi stimati all’interno del piano di impresa 2022-2025. L’utile netto contabile 2022 ha totalizzato 4.354 milioni, comunque in crescita del 4% rispetto al 2021. Sono diverse le indicazioni arrivate dalla trimestrale di Intesa Sanpaolo, andiamo a vederle nel dettaglio. 

 

 

Trimestrale Intesa Sanpaolo: balzo degli interessi netti, -68% per l'esposizione alla Russia 

Nel quarto trimestre spicca il balzo fatto registrare, grazie a differenti condizioni monetarie, dagli interessi netti, che hanno evidenziato un +56,7% annuo a 3.064 milioni mentre le commissioni hanno registrato un rosso dell’11,8% a 2.222 milioni. I proventi operativi netti sono saliti del 13,2% tendenziale portandosi a 5.674 milioni (+13,1% congiunturale) mentre i costi operativi negli ultimi tre mesi dell’anno sono cresciuti del 3,2% a 3.130 milioni (+18,6% congiunturale). Proventi e costi nell’intero 2022 hanno rispettivamente evidenziato un +3,3 e -0,4%. 

In questo contesto, il risultato della gestione operativa del Q4, nel confronto con 12 mesi prima, è cresciuto del 28,5% a 2.544 milioni (+7,1% t/t) ed il dato relativo l’intero esercizio ha evidenziato un +7,4%. Per quanto riguarda i criteri di patrimonializzazione, il Cet 1 ratio Phased-in ha superato le stime di 60 punti base attestandosi al 13,8% (13,5% a regime, dal 12,4% di fine settembre). 

Gli accantonamenti per perdite su crediti si attestano a 1,19 miliardi (stime a 1,04 miliardi) ed il livello dei crediti deteriorati è sostanzialmente in linea con il consenso al 2,3%. Nel secondo semestre 2022 l’esposizione verso la Russia è stata ridotta del 68% (circa 2,5 miliardi di euro) e portata sotto lo 0,3% dei crediti complessivi del gruppo.

“Intesa Sanpaolo è pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, potendo contare sui punti di forza che contraddistinguono il Gruppo, in particolare la redditività resiliente, la solida patrimonializzazione, lo status di Banca a ‘zero NPL’ e l’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi”, riporta la nota dell’istituto. 

 

 

Intesa Sanpaolo: le prospettive

Nel valutare “ben avviate” le iniziative industriali del Piano di Impresa 2022-2025. la banca ha confermato  l’obiettivo di 6,5 miliardi di euro di utile netto nel 2025 in presenza “di un chiaro e forte rialzo derivante dall’aumento dei tassi di interesse”.

Per il 2023 la banca prevede “un significativo aumento del risultato della gestione operativa”, “un continuo focus sul cost management” e un “forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti”, con un conseguente utile netto ben al di sopra dei 5,5 miliardi di utile netto 2022 calcolato escludendo il de-risking Russia/Ucraina.

Per quanto riguarda la distribuzione di valore agli azionisti, il payout ratio cash si attesta al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa e nei prossimi giorni sarà avviato un buyback da 1,7 miliardi di euro. 

La banca si attende una solida patrimonializzazione, con un Common Equity Tier 1 ratio fully phased-in prossimo al 13% a fine 2023 considerando gli impatti regolamentari, oltre il 13% nel 2024 e oltre il 13,5% nel 2025 ante Basilea 4.

 

 

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