I risultati consolidati del secondo trimestre 2023 di
ENI hanno evidenziato un
utile ante imposte adjusted in riduzione del 41% rispetto a un anno fa. Tuttavia, nel complesso, i conti hanno mostrato una certa resilienza visto il contesto di mercato non vantaggioso come in passato.
"Nel secondo trimestre 2023 ENI ha ottenuto eccellenti risultati operativi e finanziari in un contesto di mercato meno favorevole. Sottolineiamo questa resilienza dopo che ENI, nel precedente e ben più positivo scenario, era stata in grado di coglierne al meglio le opportunità. Oltre ad aver raggiunto traguardi finanziari positivi, ENI ha realizzato importanti progressi nell'attuazione della propria strategia in tutti i settori di attività", ha affermato l'Amministratore delegato del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi.
Sulla base dei numeri che certificano la solidità dell'azienda, ENI ha confermato il dividendo e il buyback. "Considerando l’andamento del primo semestre e il chiaro progresso dei nostri settori di attività, che porta a un miglioramento nella previsione dei risultati ad anno intero, si confermano i solidi fondamentali sulla cui base corrispondere a settembre la prima rata trimestrale del dividendo annuo di 0,94 euro per azione, aumentato rispetto all’esercizio precedente, nonché proseguire il programma di riacquisto di azioni da 2,2 miliardi di euro avviato a maggio", ha detto Descalzi.
Poco dopo l'avvio degli scambi, le
azioni ENI salgono dell'1,10% a 3,88 euro.
Trimestrale ENI: ecco i dati salienti
Nel secondo trimestre 2023 ENI ha registrato un utile ante imposte adjusted pari a 3,7 miliardi di euro, segnando, come anticipato, una flessione del 41% rispetto ai 6,22 miliardi di euro dello stesso periodo del 2022. Il risultato però non deve ingannare, in quanto nel frattempo vi è stata una contrazione del 30% del prezzo del Brent e del 60% delle quotazioni del gas naturale e dei margini di raffinazione. Considerato il primo semestre, l'utile ammonta a 8,65 miliardi di euro, in discesa del 24% rispetto agli 11,46 miliardi di euro della prima metà dello scorso anno.
Gli EPS adjusted risultano essere di 0,57 euro nel secondo trimestre, poco oltre la metà in confronto agli 1,07 euro del 2Q del 2022. Con riferimento al semestre, quest'anno l'utile adjusted per azione è di 0,78 euro, al di sotto dei 2,07 euro dei primi sei mesi dell'anno passato. Secondo la società, la solidità dei risultati è spiegata dalla resilienza del settore E&P (Exploration&Production), dal comparto ancora molto forte di GGP (Global Gas & LNG Portfolio) e dal contributo di Sustainable Mobility e Plenitude.
Dal punto di vista finanziario, il Cane a sei zampe ha ottenuto nel secondo trimestre un flusso di cassa netto operativo di 4,44 miliardi di euro, +6% nel confronto con i 4,18 miliardi del trimestre terminato a giugno 2022. Mentre nel primo semestre si è avuto un flusso di cassa di 7,43 miliardi di euro, in aumento del 2% dai 7,28 miliardi della prima parte dello scorso anno. L'indebitamento finanziario netto ex-IFRS 16 al 30 giugno 2023 è pari a 8,2 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo dello scorso anno risultava di 7,87 miliardi. Il leverage è pari a 0,15 (0,13 al 31 dicembre 2022).
Trimestrale ENI: dividendi e buyback
Il gigante energetico italiano ha approvato la distribuzione della prima delle quattro tranche di dividendo per l'esercizio 2023, pari complessivamente a 0,94 euro annui. Il primo stacco cedolare di 0,24 euro avverrà il 18 settembre, con data di pagamento il 20 settembre, come era stato stabilito dall'assemblea degli azionisti in data 10 maggio 2023.
In quella occasione, la società aveva anche approvato un piano di riacquisto di azioni proprie per 2,2 miliardi di euro fino a un massimo di 3,5 miliardi di euro nell'anno. Al 21 luglio sono state acquistate 45 milioni di azioni per un pagamento complessivo di 588 milioni di euro. Il completamento del programma avverrà ad aprile 2024.
Trimestrale ENI: la guidance
ENI ha complessivamente alzato la guidance per l'intero 2023. In particolare ha rivisto al rialzo le previsioni sull'EBIT adjusted del segmento GGP, ora nell'intervallo 2,7-3 miliardi di euro, mentre in precedenza la stima era contenuta nella fascia 2-2,2 miliardi di euro. Lo stesso per il settore Plenitude & Power, con un EBITDA rivisto a 0,8 miliardi di euro, rispetto agli 0,7 miliardi precedentemente stimati.
Vengono confermate le previsioni relativamente a E&P (1,63-1,67 milioni di barili giornalieri prodotti per il 2023 nello scenario di prezzo del petrolio a 80 dollari al barile) e a Sustainable Mobility, Refining e Chimica, con EBITDA proforma adjusted confermato a oltre 0,9 miliardi di euro.